Rifletto a mente fredda dopo la prima partita ufficiale del Napoli di Antonio Conte al Maradona. E non parlerò delle difficoltà della squadra contro il ben munito muro difensivo eretto da Bisoli con il suo Modena ma di quello che, a questo punto del mercato, è stato fatto dalla società di Aurelio De Laurentiis.
Il padrone del Napoli, da grande incantatore di serpenti, è riuscito a convincere il miglior tecnico libero sul mercato, uno vincente e con pochi fronzoli nell’ approccio con dirigenti, società e giocatori. Uno che chiede di poter gestire non solo squadra e giocatori ma anche mercato e relative scelte. Insomma Conte è un dipendente-padrone assoluto di quelle che sono le sue idee e le sue scelte…Lo ha fatto con la Juve, poi con l’ Inter e il Chelsea andandosene nel momento in cui riteneva di non avere più un futuro quando le dirigenze non accettavano più il suo modus operandi e le sue richieste. A Napoli Conte è arrivato tra gli osanna del tifo quando ADL s’è giocata l’ ultima carta utile dopo la disastrosa stagione del dopo scudetto. Un rischiatutto forse calcolato in base all’ accordo con Osimhen e il suo agente di vendere il bomber nigeriano appena finito il campionato e trovarsi in saccoccia i milioni della clausola risolutiva per accontentare Conte che, da parte sua, si è messo a completa disposizione del presidente-amico, consapevole anche delle difficoltà di mercato.
Queste difficoltà, però, sembrano essere diventate un muro difficile da abbattere perché il Napoli che Conte ha immaginato è ben lungi dall’ essere realizzato …Il tecnico di Lecce vuole trasferire alla deludente squadra della scorsa stagione un’ idea diversa di gioco, più duttile e veloce, fatta di aggressività e coraggio per un gruppo in grado di mostrare un’ anima e un modo di pensare calcio coeso e convinto. Perché il calcio per Conte al di là di discorsi tattici, tecnici, psicologici con cui amano condirlo e spiegarlo i soloni e letterati della sfera ha una componente primaria ancora umana,caratteriale. Ed è questo aspetto che Conte avrebbe voluto curare nel gruppo tra Dimaro e Castel di Sangro…Ed è questo che non ha potuto fare il tecnico, non certo per colpe sue. E l’ impasse di mercato si è visto tutto contro il Modena dove il Napoli ha mostrato limiti antichi pur nello sforzo dei giocatori di buttare la palla e il cuore avanti.
Le parole nel post partita di Conte vanno ben calibrate e pesate: ” ci sono cose oggettive che sono troppo oggettive per fare finta di niente. Mi sono messo a completa disposizione della società sapendo di avere dei paletti sul mercato,di non poter spendere certe cifre e non poter arrivare a certi ingaggi…”
Come a dire, ho accettato certe condizioni ma ora è il momento che la società si dia una mossa.
Siamo ancora all’ inizio di stagione e se da un lato ci fa piacere che Conte morda ancora il freno in attesa degli sviluppi di mercato che evidentemente ritiene imminenti, dall’ altro la tranquillità del tecnico, esplosivo e vulcanico, un po’ mi preoccupa per non aver apertamente protestato per i ritardi nell’ attuare il rafforzamento della squadra così come da accordi alla firma del contratto. Perché che la dirigenza sia in colpevole ritardo negli accordi garantiti è un dato di fatto ma che Conte abdichi in “politichese” dai poteri che lui stesso ha chiesto per venire a Napoli ci sembra strano.

Perché Conte non è uomo da cicli triennali, la sua tattica è vincere presto e subito…una specie di guerra lampo, Insomma. Non vorremmo che il triennale firmato a suon di milioni diventi per lui un modo con cui De Laurentiis lo ha convinto,”imborghesito” e tranquillizzato. A noi ci piace il Conte incazzato quando la squadra non fa quello che lui vuole….e non solo la squadra!
Perché il calcio di Conte è il calcio del coraggio, della capacità di soffrire e fare tutto anche dopo una sconfitta. È questo quello che vogliono i tifosi da Conte e dalla squadra. E tocca al tecnico dare quella spinta caratteriale e temperamentale che deve fare la differenza per la sua squadra.
Speriamo di sbagliarci e che in questa lunga e infinita preparazione al campionato ormai imminente ci sia totale unità di intenti tra proprietà e tecnico, i cui propositi erano e sono improntati a quel sano realismo ma anche a quella lealtà e chiarezza di cui ha terribilmente bisogno una società come il Napoli che deve ripartire da una stagione di ombre che non possono allungarsi anche nel prossimo imminente campionato. Altrimenti ADL, non sfruttando le capacità e la voglia di Conte costruendogli il Napoli su misura, non avrà fatto altro che mettere un’ altra “rara” figurina nel suo album di top allenatori..
Da grande incantatore di serpenti…