di Gianni Lepre

Le parole hanno la loro importanza. Il cambio di nome effettuato per alcuni ministeri del nuovo Governo Meloni non deve quindi essere sottovalutato. In particolare, molto promettente appare la nuova denominazione del Ministero dello Sviluppo economico. Si chiama ora Ministero delle Imprese e del Made in Italy ed è affidato alla guida di Adolfo Urso. Come vedremo, appare positiva anche la scelta di Urso, ma esaminiamo prima quella della svolta lessicale. Per il Governo Meloni, difatti, lo sviluppo economico deve mettere al centro le imprese. E’ questo il primo messaggio che si può ricavare dal cambio del nome. Il soggetto trainante dello sviluppo sono le tantissime aziende diffuse sul territorio della Penisola e che, in stragrande maggioranza, sono di piccola o addirittura di micro dimensione. Hanno spesso dei problemi di capitalizzazione e vanno sicuramente supportate, incentivandole ad aggregarsi sotto le più diverse forme. E’ tuttavia da loro che nasce quella ricchezza di vitalismo produttivo, di idee e progetti, di innovazione, che ha fatto e fa dell’Italia uno dei principali Paesi manifatturieri del mondo.

Il più grande tesoro originato da queste imprese è il Made in Italy, sostanziato da saperi artigianali e creatività innata, abilità spesso manuali e coraggio d’intrapresa, in troppe circostanze frustrati e condizionati dalle diseconomie di un contesto territoriale e amministrativo che, a partire dalla mala burocrazia, gioca contro le dinamiche di crescita economica e sociale. Purtroppo queste criticità si avvertono particolarmente al Sud, dove pure non mancano tantissimi esempi di aziende e realtà artigiane d’eccellenza.

Un Ministero delle Imprese e del Made in Italy avrà dunque come prima funzione quella di mettere in condizione questo inestimabile patrimonio produttivo di esprimersi al meglio e porre le basi per una nuova stagione di rilancio dell’Italia e del Sud.

Per portare avanti questa missione virtuosa la scelta di Urso appare inappuntabile. Adolfo Urso ha dimostrato notevolissime capacità nello stesso dicastero da Vice Ministro e vi torna dopo dodici anni, forte dell’esperienza maturata sul campo con una forte azione di impulso al commercio estero e allo sviluppo del Made in Italy. Padovano, di padre siciliano, Urso è consapevole anche dell’importanza di aumentare il tasso di internazionalizzazione dell’impresa del Sud: con incentivi all’innovazione e alla formazione, sgravi fiscali e contributivi per compensare il peso dei gap di servizi e infrastrutturali, in attesa che il Pnrr faccia il suo corso avvicinando le due Italie.

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