Il primato per numero totale di alberi monumentali spetta al Friuli-Venezia Giulia con 454 monumenti verdi
Oltre 250 specie di alberi monumentali popolano il Paese con una speciale relazione tra i piccoli comuni e i monumenti italiani raccolti in un censimento in continua crescita grazie al lavoro del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
E’ quanto documenta il rapporto Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Coldiretti, Fai Cisl, AMI Alberi Monumentali d’Italia e presentato da Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola; Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti; Andrea Rispoli, Generale di Corpo d’Armata, Comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (CUFA); Onofrio Rota, segretario generale Fai Cisl; Alessandra Stefani, direttore generale dell’Economia Montana e delle Foreste del Masaf.
“Piccoli comuni, territori e comunità – ha detto il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci – sono elementi fondamentali per rispondere alla domanda d’Italia che c’è nel mondo, un’Italia che fa l’Italia puntando sulla propria identità, come ha detto all’inizio di questo millennio l’allora
presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi: ‘questi borghi, questi paesi rappresentano un presidio di civiltà. sono parte integrante, costitutiva della nostra identità, della nostra patria. possono essere un luogo adatto alle iniziative di giovani imprenditori. L’informatica e le tecnologie possono favorire questo processo. può diventare anche questa grande avventura un’opportunità da cogliere’. in particolare questo rapporto sarà la base per coinvolgere tanti attori della società italiana in un incontro con gli oltre 4000 alberi monumentali finora censiti”.
Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2.107 –rileva il rapporto – si trovano nei piccoli comuni e sono, inoltre, 1.548 i comuni italiani con almeno un albero monumentale, di questi 962 sono piccoli comuni.
Guardando allo specifico delle regioni, il primato per numero totale di alberi monumentali spetta al Friuli-Venezia Giulia, con 454 monumenti verdi, di cui quasi la metà, 209, nei piccoli comuni.
“L’agricoltura è diventata sempre più centrale nella protezione dell’ambiente, assicurando –ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – una costante manutenzione del territorio e una salvaguardia del paesaggio, sia in termini di tutela dal dissesto idrogeologico che di difesa delle sue bellezze e della sua biodiversità, di cui gli alberi monumentali rappresentano senza dubbio un patrimonio inestimabile, anche in chiave turistica. un ruolo riconosciuto dalla legge di orientamento, fortemente voluta da Coldiretti, che è stato ora rafforzato dalla nuova figura dell’agricoltore ‘custode’. oltre alla conservazione e valorizzazione delle produzioni locali, dall’allevamento di razze animali alla coltivazione di varietà vegetali, le aziende agricole sono diventate interlocutore qualificato delle pubbliche amministrazioni per la gestione del territorio, a partire proprio dalla difesa di formazioni vegetali e arboree monumentali”. La collana editoriale in cui si inserisce il rapporto Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia che ha come focus i piccoli comuni, così come definiti dalla legge Realacci n.158 del 6/10/2017, nelle due edizioni precedenti si è occupata in collaborazione con Coldiretti di prodotti tipici, stimando per la prima volta il peso delle produzioni DOP e IGP nei piccoli comuni, e di itinerari storico culturali, si arricchisce ora di un nuovo volume dedicato a questo asset di primaria importanza che interessa allo stesso modo nord e sud del Paese. Una ricchezza, la cui valorizzazione e conservazione risulta ancora più urgente nel grave contesto di crisi climatica che stiamo vivendo, che rappresenta la componente più preziosa del nostro patrimonio forestale italiano, che interessa 110.545 kmq, pari al 36,6% del totale nazionale e fornisce al Paese preziosi servizi ecosistemici (come benefici in termini di approvvigionamento, ad esempio fonti di acqua potabile, o come la fissazione del carbonio e la tenuta idrogeologica) e occasioni di valorizzazione economica, in primis turistica, capaci di preservare il delicato equilibrio naturale e paesaggistico. Anche per questi motivi alberi monumentali, foreste e boschi rappresentano un’occasione di sviluppo tanto per le città di medie e grandi dimensioni, quanto per i piccoli comuni.
“Questa seconda edizione del rapporto ‘Piccoli comuni e alberi monumentali d’italia’ rafforza – ha detto Alessandra Stefani, direttore generale dell’Economia Montana e delle Foreste del Masaf – la positiva collaborazione tra la fondazione Symbola e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (masaf) che in base alla legge 19/12/2017 ha la responsabilità dell’elenco degli alberi monumentali d’italia che nel giro di pochi anni è stato aggiornato ben sei volte, a testimonianza della cura e della attenzione verso uno dei patrimoni naturali e culturali più prestigiosi e preziosi del paese. un patrimonio che per essere meglio tutelato, conservato e curato ha bisogno del contributo di tutti e per questo il lavoro di sensibilizzazione e di diffusione delle conoscenze della fondazione Symbola è particolarmente positivo ancor più perché rivolto ai 962 piccoli comuni che custodiscono ben il 50% degli alberi monumentali del paese”.
Il report racconta anche tante storie, in Sardegna, ad esempio, nel piccolo comune di Luras (SS) si trova uno degli olivi più antichi d’Italia e d’Europa: si tratta di S’Ozzastru, un olivo selvatico che è stato testimone della storia dell’isola dal periodo nuragico fino ai giorni nostri, dato che secondo le stime sull’età precede di circa 1.500 anni la nascita di Roma e Atene, le due culle della civiltà classica. O anche il Castagno dei Cento Cavalli, il monumento verde più famoso della Sicilia, situato nel piccolo comune di Sant’Alfio, in provincia di Catania, sul versante orientale dell’Etna, che viene menzionato in documenti antichi che risalgono al XVI secolo e colpisce per le sue straordinarie dimensioni. Oppure si pensi alla quercia delle Checche (nome utilizzato in Toscana per indicare le gazze), nel piccolo comune di Pienza in provincia di Siena, primo albero d’Italia a diventare monumento verde nel 2017, dando il via al processo di tutela degli alberi monumentali del nostro Paese, grazie al forte attivismo della comunità locale. Alberi capaci di alimentare storie e tradizioni della cultura italiana, come accaduto ad esempio con la quercia di Villa Carrara, a Capannori (LU), che pare sia stata di ispirazione allo scrittore Carlo Collodi per descrivere l’impiccagione del burattino protagonista del celebre romanzo Pinocchio.