“Il piano di emergenza deve essere modificato radicalmente. Lo scenario deve essere esteso a un’eruzione almeno pliniana perché si tratta di superuzioni, quindi 80 volte più forti di quella di Pompei del 79 d.C., ma anche per un’eruzione media per i Campi Flegrei il piano è sottodimensionato perché parla di 500.000 persone mentre sarebbero a rischio tre milioni di persone, tutti quelli dell’area metropolitana”. Così il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo ai microfoni di Radioclub91 commentando la situazione attuale. Poi il vulcanologo commenta il piano di emergenza, sottolineando che bisognerebbe passare al terzo livello di allerta: “Le concentrazioni anomale di anidride carbonica nella Piana di Agnano, proprio lì, sono 5000 tonnellate di C02 al giorno come se uscissero un milione di furgoncini carichi di anidride carbonica allo stato gassoso. In più si aggiungono terremoti di magnitudo tale da essere al limite di creare vittime quindi va valutata l’ipotesi di passare al terzo livello di allerta”. Anche le trivellazioni, effetuate nell’area di maggiore emissione fumarolica sono state una plausibile causa del peggioramento della situazione secondo Mastrolorenzo. “All’epoca denunciai i rischi – ha affermato – C’era già l’allerta gialla”. E poi ancora: “Non conosciamo delle soglie. Fenomeni che posso amentare di 100 volte senza che si entri in emergenza vulcanica. Anche la più violenta eruzione inizia in modo progressivo, quindi le prime ore sono essenziali. Siamo in ritardo su tutto. È responsabilità di tanti, in primis, la ricerca. Non abbiamo in pugno la situazione. Non informando la genta, la gente non ha potuto mettersi in sicurezza o allontanarsi. Conviviamo con il bradisismo, è sbagliato perché non conosciamo l’evoluzione. Si è detto il falso oggettivamente”.