Lo ha sancito la Cassazione penale. I vertici dell’attività rischiano la reclusione anche in assenza di sevizie sugli amici a quattro zampe

Arriva la condanna definitiva della Corte di Cassazione per i titolari del Circo Martin, Eusanio Martino e Adam Caroli, responsabili di maltrattamento nei confronti dei molti animali esotici protagonisti di decine di spettacoli sotto il tendone allestito nel 2014 ad Arzachena, in Sardegna. Tigri, leoni, cammelli, un ippopotamo e un’elefante, e poi ancora serpenti e scimmie tenuti in condizioni pessime e maltrattati. A far partire l’inchiesta, ormai 10 anni fa, è stata la Lav con una denuncia contro il circo che portò al sequestro di tutti gli animali, poi affidati alla stessa associazione che ancora oggi se ne prende cura all’interno del Centro AnimaNatura Wild Sanctuary. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 2372 del 21 gennaio 2025 della terza sezione penale, ha respinto il ricorso dei titolari del circo Martin dove erano stati trovati cavalli e altri animali malnutriti. Per i giudici di legittimità, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Rischiano il carcere per maltrattamenti i titolari del circo che non tengono gli animali in modo esemplare. Non è necessario che vengano seviziati ma è sufficiente che la loro detenzione non sia compatibile con le qualità etologiche”. Per gli Ermellini la nozione punibile di lesione è comprensiva di «qualsiasi diminuzione dell’originaria integrità dell’animale che, pur non risolvendosi in un vero e proprio processo patologico e non determinando una menomazione funzionale, sia comunque diretta conseguenza di una condotta volontaria commissiva ed omissiva.In altri termini, «i titolari del circo, nella loro qualità di responsabili degli animali, devono sempre garantire idenee condizioni di benessere degli animali in ogni singola fase, eseguendo tutto ciò che hanno l’obbligo di fare nella loro posizione di garanzia e quindi garantendo, anche qualora si versi nelle more della fase di smontaggio e delle delicate fasi di pre-spostamento da un sito all’altro, condizioni idonee e arricchimenti, proprio a tutela del benessere degli animali nella loro diretta responsabilità». Nel 2022, in primo grado il Tribunale di Tempio Pausania aveva condannato entrambi gli imputati per il reato di maltrattamento di animali ed a quattro mesi di reclusione, sentenza confermata lo scorso anno dalla Corte di Appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari, per entrambi gli imputati, con condanna al pagamento delle spese processuali.