NAPOLI – Anche stavolta Napoli Photo Project , progetto video fotografico che nasce dall’intuizione di Giuseppe Di Vaio,  ha mostrato la Napoli autentica catturando gli occhi e le idee di chi la vive quotidianamente. Il risultato è un cortometraggio documentario che racconta la storia centenaria di una famiglia di vinai giunta alla 4 generazione con il giovane Francesco Sepe. L’antica Cantina Sepe è un’istituzione nella sanità ,da sempre luogo d’incontro che con la genialità di Francesco si è trasformata nel 2015  in AperiSepe  coniugando tradizione familiare con iniziative culturali e musicali. Veicolo di cultura, convivialità e aggregazione L’AperiSepe ha portato nuova linfa e  movida serale al borgo Vergini e a tutto il rione Sanità “ho portato l’attività di famiglia sulla strada, le botti della bottega sono diventate i tavoli dei clienti”-spiega Francesco. Dall’incontro tra Francesco e il regista del documentario Giuseppe Di Vaio ,che è in primis cliente abituale della Cantina Sepe, nasce un meraviglioso racconto “la Napoli Photo Project racconta storie in pochi minuti che possiedono un presupposto artistico, culturale e umano-spiega Giuseppe- abbiamo molte richieste, ma scegliamo di narrare chi ci fa vivere emozioni come Francesco. Io vivo con i miei colleghi  la Cantina Sepe da cliente e Francesco è riuscito a creare un posto dove senti sì il cuore di Napoli, ma allo stesso tempo ti sembra di stare in vacanza privo di condizionamenti. Quindi è stato un piacere raccontare la storia della sua famiglia, ho fatto un viaggio con lui nel tempo nella costruzione di un’attività tutta napoletana frutto di sacrifici e duro lavoro”. “ In 10 anni ho ricevuto tante proposte che volevano raccontare la storia dell’attività familiare, ma ho sempre aspettato- racconta Francesco-le persone giuste che si sono rivelate essere Giuseppe e i ragazzi della Napoli Photo Project. Li ho incontrati come clienti dell’AperiSepe e all’inizio non sapevo neanche chi fossero, poi sono venuti abitualmente e li ho conosciuti come persone e per mestiere. Documentandomi sui loro lavori ho deciso che erano le persone giuste con i mezzi giusti e ho proposto io stesso una sera che erano venuti a bere il solito calice di vino di raccontare la mia storia!”. Una storia ripresa in tutto il suo lato umano con protagonisti Francesco e i suoi genitori, Giuseppe e Giovanna, e che affonda le sue radici negli anni 20 del 900.Il bisnonno di Francesco, Peppe  detto “O caprar” aprì la prima enoteca nella sanità, una cantina-tavola calda che divenne il luogo di ritrovo di tutto il quartiere. Proprio in questo luogo Francesco Sepe, proveniente da Piazzola di Nola e nonno del  protagonista del documentario da cui prende il nome, incontra e si innamora ricambiato da Maria, secondogenita di Don Peppe. I due giovani essendo cugini di secondo grado per sposarsi devono chiedere l’approvazione alla sacra rota e una volta ottenuta aprono insieme nel 1945 la prima cantina tutta targata Sepe nei Miracoli. I nonni di francesco costruiscono una solida attività, i cui prodotti sono apprezzati anche per la ricercatezza di Francesco stesso che gira tutte le cantine del Vesuvio, dell’Irpinia e dell’Italia per scegliere i vini e gli alimenti migliori. Un grande successo che porta Francesco a riprendere in mano anche il negozio nella sanità del suocero Peppe che nel frattempo aveva chiuso. Ma Francesco muore prematuramente a causa di un tumore ai polmoni nel 1977 e lascia l’attività al giovane figlio diciottenne Peppe, padre di Francesco. Peppe insieme alla fidanzata Giovanna che in seguito sposerà prendono, giovanissimi, le redini dell’impresa portando avanti con successo il lavoro iniziato dai nonni di Francesco “il successo della Cantina Sepe è stato reso possibile grazie prima all’unione dei miei nonni e poi dei miei genitori-dice Francesco- e soprattutto grazie alla forza di mia madre che è stata ed è tuttora la colonna portante!”. Nel 1997 chiude il negozio ai Miracoli aperto nel 1945, ma verrà poi ripristinato dalla sorella di Francesco Maria nel 2004 presso Via Dei Vergini 55, oggi sede dell’AperiSepe. Maria dà vita a un florido negozio dedito alla vendita di olii e vini continuando la tradizione familiare. Nel 2009 chiude il negozio alla Sanità e la bottega dei Vergini rimane l’unica sede della Cantina Sepe rimanendo un punto fermo del quartiere. Maria verrà poi affiancata nella gestione nel 2014 dal fratello più piccolo ritornato da Londra, a cui lascerà poi nel 2015 tutta l’attività. Francesco a soli 24 anni partorirà dalla sua mente un’idea che rivoluzionerà l’antica cantina senza abbandonare la tradizione di vinai “supportato e affiancato tuttora nel lavoro dai miei genitori ho raggiunto lo scopo di continuare con successo l’attività familiare e collaborando con le altre realtà del quartiere abbiamo portato nuova luce nei Vergini. L’AperiSepe è luogo d’incontro per  giovani e iniziative di vario genere, ma rimane sempre un punto fermo per i  vecchi clienti di mio nonno e per tutti i frequentatori abituali perché la nostra cantina è rimasta enoteca di quartiere. Un’ avventura fantastica che ha visto diventare la nostra cantina un imbuto di idee e innovazione senza abbandonare la tradizione !”.Il Doc sarà pubblicato Giovedì 5 Dicembre alle ore 14.30 , sulla pagina Instagram di  Napoli Photo Project https://www.instagram.com/napoliphotoproject/  in collaborazione con Antica Cantina Sepe https://www.instagram.com/anticacantinasepe/. Giovedì 5/12 alle ore 20 verrà presentato e trasmesso il documentario presso L’Antica Cantina Sepe. Evento da non perdere in compagnia di un ottimo calice di vino targato AperiSepe!   

(Foto di Angelo Imparato)