Napoli, 26 maggio 2024 – La conferenza annunciata da Aicast, Assimpreseltalia, Associazione dei consumatori, Casartigiani Napoli, Coldiretti Campania e Confartigianato per domani, lunedì 27 maggio, dinanzi alla sede della Regione Campania, ha contorni grotteschi prima ancora che assurdi – affermano i presidenti delle associazioni storiche: Acen, Claai, Cna, Compagnia delle Opere, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Unione Industriali Napoli. La Regione Campania – evidenziano i presidenti delle associazioni storiche – sta invece operando con la necessaria attenzione, analizzando nei particolari i documenti forniti dall’Ente. Dunque, la rivendicazione delle associazioni alleate all’Aicast risulta quanto meno infondata, anche alla luce dell’attività svolta in questi mesi dalla stessa Camera di Commercio presieduta da Ciro Fiola. L’unica considerazione plausibile è che temono controlli di terzi sul loro operato. Un’altra precisazione che va fatta – continuano Angelo Lancellotti, Giulio Cacciapuoti, Giuseppe Cerella, Vincenzo Santo, Raffaele Marrone, Pasquale Russo, Vincenzo Schiavo, Eugenio Gervasio e Costanzo Jannotti Pecci – è che la Regione Campania è in possesso da soli 50 giorni dei documenti per procedere alle dovute verifiche, mentre la Camera ha impiegato dieci mesi in luogo dei 30 giorni previsti dal legislatore per concludere le procedure di elezione del nuovo Consiglio, determinando peraltro una prorogatio della governance dell’ente, ora correttamente commissariato. Abbiamo appreso – aggiungono i leader delle associazioni storiche – che secondo le verifiche per le attribuzioni dei seggi eseguite dal Rup incaricato dall’Ente di piazza Bovio, all’Acen risulterebbero regolarmente iscritte otto – e si sottolinea solo otto – aziende. E discorso analogo di falcidia vale per i dati esposti dalle altre organizzazioni imprenditoriali. Tra le imprese escluse figurerebbero finanche quelle che fanno capo a leader nazionali e locali di associazioni storiche. È del tutto evidente, quindi, che le modalità seguite dall’Ente camerale per valutare la regolarità delle imprese ai fini del computo della loro rappresentanza in Camera di Commercio, siano rivedibili e fondate con ogni evidenza su erronei e fuorvianti presupposti, come peraltro più volte già riconosciuto da sentenze di tribunali amministrativi, in riferimento a singole parti della procedura. Il risultato di un tale stravolgimento di regole è che associazioni con il radicamento e la lunga storia di rappresentanza sindacale, locale e nazionale, presenti nel Cnel e unanimemente riconosciute come le più rappresentative, vengono ridotte al lumicino, mentre altre, di recente costituzione, in qualche caso, come si è appreso da notizie di stampa, coinvolte anche in fatti di collusione con la malavita organizzata, si valutano accreditate di una rappresentanza ipertrofica. In quest’ottica appaiono ancor più evidenti discrasie e modalità di computo contestabili. Sarà nostra cura, infatti, non appena avremo la possibilità di avere il quadro completo dell’istruttoria compiuta dal responsabile del procedimento – concludono i leader delle associazioni storiche – adire per l’ennesima volta nelle sue varie articolazioni gli organi di giustizia. Restiamo in attesa di scoprire le fantomatiche “oscure trame” che – secondo il comunicato del signor Fiola – saranno svelate nel corso della conferenza stampa, mentre restano palesi agli occhi di tutti i sotterfugi, gli errori, le omissioni e le inesattezze compiute dal responsabile unico del procedimento (già destinatario di un esposto, alla Procura della Repubblica di Napoli, per comportamenti che non sembrano garantire pari diritti a tutte le associazioni) della Camera di Commercio in relazione alle procedure di rinnovo dei vertici dell’Ente. Resta evidente, a nostro parere, una procedura operata dalla camera, opaca, senza la dovuta trasparenza e orientata a favorire il presidente uscente escludendo tutte le maggiori associazioni datoriali.