Il rapporto annuale Amazon sulle pmi italiane che esportano grazie alla più grande Internet company al mondo conferma un dato apparentemente sorprendente: la Campania nel 2022 è stata seconda solo alla Lombardia. Si tratta di una propensione, questa degli operatori economici della regione, già evidenziatasi nel rapporto dello scorso anno, ma che si consolida e rafforza a ritmi considerevoli. Le vendite all’estero campane tramite Amazon hanno fatto registrare complessivamente un valore di 130 milioni di euro, quasi il doppio dei 75 riscontrati nel 2019. La Lombardia, primatista assoluta, ha realizzato poco più di 175 milioni. Soltanto in Toscana si è superata la soglia dei 100 milioni, così come avvenuto nelle due regioni leader. La quarta, il Lazio, si è attestata poco sopra gli 80 milioni. Napoli è tra le prime cinque province italiane, insieme a Milano Roma Firenze e Torino.  Chi vende con Amazon sono per lo più negozianti e piccoli imprenditori che producono nell’agroalimentare, nel comparto della salute e della cura della persona. Sono dunque i cosiddetti ‘piccoli’ operatori ad avere approfittato delle straordinarie opportunità concesse dalla piattaforma di commercio elettronico. Evidentemente, nella regione si è acquisita, con maggiore rapidità che altrove, la consapevolezza dell’importanza delle tecnologie e di un grande top player mondiale per accelerare il processo di internazionalizzazione delle imprese del Mezzogiorno. Il fatto che più di tremila delle 21mila imprese italiane che si servono del colosso fondato da Jeff Bezos siano campane dimostra come il tessuto economico e produttivo territoriale abbia recepito in pieno i vantaggi di poter ridurre tempi, costi, distanze, vale a dire criticità che da sempre hanno contribuito a frenare l’internazionalizzazione del Sud. Più di un settimo del totale delle imprese italiane sono campane. E la prospettiva è di migliorare ulteriormente questa tendenza, anche perché Amazon ha puntato sull’area in maniera inequivocabile, visto che, prima di diventare ‘sponsor ufficiale di manica’ del Napoli calcio, fin dal 2019 aveva aperto un nuovo deposito di smistamento ad Arzano, creando tra l’altro poco meno di duecento opportunità di lavoro. La partnership tra piccole imprese e multinazionali private rappresenta concretamente una delle strade da percorrere per abbattere il divario dell’impresa meridionale in tema di tassi di internazionalizzazione. Un salto di qualità indispensabile, a maggior ragione in un periodo caratterizzato da un perdurante contenimento della domanda interna.