Per le quattro italiane in Champions League la giocata più efficace è stata la goffa autorete di Niakate del Braga che ha consentito al Napoli di vincere in terra lusitana, unica vittoria per le italiane. Per il resto tre pareggi con il Milan a fare un inutile tiro al bersaglio contro il Newcastle e Leao a gigioneggiare di tacco e di punta, come la sora Assunta, tra le gambe dei difensori inglesi, l’ Inter del turnover che contro la Real Sociedad pareggia col solito Lautaro e La Lazio che con orgoglio trova il gol del pareggio contro l’Atletico Madrid grazie ad una prodezza del suo portiere, Provedel, che ha superato il collega Oblak con un colpo di testa da scafato attaccante.
E così la squadra che meno ci ha convinto nell’ esordio europeo è quella che è riuscita a fare bottino pieno. E verrebbe da dire, evviva Garcia…Poi ti accorgi, riavvolgendo il nastro della gara che anche quando il risultato è dalla sua parte questo Napoli è incapace di goderne appieno e soprattutto di fare gioire i propri tifosi. Mi spiego: se il Milan ha giocato e pareggiato contro il Newcastle non avendo quel cinismo necessario per vincere, almeno non ha avuto la presunzione mostrata nel derby che è costata la manita ai rossoneri ma ha dato importanti segnali di risveglio in vista del campionato.la Lazio, dopo un bel primo tempo e l’ autogol che l’ ha mandata in svantaggio al riposo è rimasta in partita nel secondo tempo anche quando gli uomini del Cholo Simeone hanno preso le redini della gara avendo poi la forza ed il coraggio di recuperare il risultato a tempo scaduto grazie ad una capacità di saper soffrire e reagire. L’ Inter, infine, in una trasferta insidiosa come quella contro la Real Sociedad con l’ ampio turnover fatto da Inzaghi è tuttavia riuscita a strappare un pareggio importante grazie al solito Lautaro Martinez. Il Napoli vincente di Braga, invece, contro una onestà e generosa squadra ma nulla più, dopo un buon primo tempo dove ha sprecato almeno due palle gol, oltre ad un palo e una traversa colpiti, è man mano sparito dalla gara, atleticamente, tatticamente, mentalmente e agonisticamente. E meno male che sul finire del primo tempo il solito Di Lorenzo, vero capitano coraggioso, aveva portato in vantaggio gli azzurri. In una ripresa in chiara difficoltà, lasciando sempre più l’iniziativa ad un generoso ma modesto Braga del sempre più scolorito azzurro del Napoli si sono perse le tracce fino al meritato pareggio portoghese. Poi il gollonzo anzi l’auto gollonzo di Niakate’ all’ ottantottesimo ha restituito un timido sorriso a Garcia e al gruppo. Può bastare ad assolvere la squadra? Non diamo giudizi ma è certo che la squadra nel secondo tempo si è abbassata tanto, troppo, davanti a Meret, non avendone la capacità né gli uomini giusti, puntando su improbabili contropiedi con Osimhen isolato davanti e un Kvara in forte ritardo di condizione (atletica, mentale ? N.d.a.)mai in grado di fare ripartire l’azione. Anguissa un’ ombra, Juan Jesus a mani alzate stile Baresi per chiamare finti fuorigioco, Oliveira sempre sorpreso alle spalle dal suo avversario e Lobotka e Zielinski a correre spesso a vuoto per coprire buchi e falle a centrocampo. Che ci sia un appannamento anche atletico lo si capisce dal fatto che sui tackle e soprattutto sulle seconde palle gli scoloriti azzurri arrivano… terzi e senza forza…Se a tutto questo si aggiunge che manca una reale organizzazione di gioco, va da sé che la squadra fatica il doppio, corre male e come accaduto a Braga, si espone a rischi e giocate che solo la modestia tecnica dei portoghesi non ha fatto concretizzare. A Bologna, se si può, ripartire dal primo tempo di Braga e’ un obbligo. Ma occorrono più cattiveria agonistica, dinamismo, velocità e voglia di battersi. Serve comunque un’ idea guida attorno alla quale costruire il progetto e le ambizioni di stagione. E, onestamente, questa idea guida, questa identità ancora non l’ abbiamo vista o, forse, non l’ abbiamo capita….Ma l’ hanno capita i giocatori? E la conosce Garcia? Bisogna avere ancora pazienza e fiducia in chi si è preso la responsabilità del dopo scudetto, ma per quanto tempo ancora? Garcia ha a disposizione uomini di grande qualità che va riorganizzata strutturalmente, tecnicamente e anche psicologicamente partendo però dalle loro conoscenze che sono state anche le certezze vincenti. Questo Napoli, invece, ci sembra ancora come un cantiere aperto, dove al momento non esistono certezze ma solo molta confusione sul collettivo, nei singoli e soprattutto nel capocantiere. Il successo di Braga dà solo un attimo di respiro ma sarà Bologna, la dotta, la vera prova del 9 per le ambizioni di tecnico, squadra e società.