NAPOLI – Nella mattinata di ieri, 24 febbraio, si è svolta, presieduta dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari, la Conferenza regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza della Campania, cui hanno partecipato i Prefetti e i Questori di tutte le province campane, i vertici regionali e provinciali delle Forze di polizia, l’Assessore alla Sicurezza della Regione Campania, l’Assessore alla Legalità del Comune di Napoli e i Procuratori della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia presso i Tribunali di Napoli e di Salerno. 

Il Prefetto di Napoli ha introdotto la riunione, partendo da un’analisi dello stato dell’ordine e della sicurezza pubblica in ambito metropolitano, con particolare riferimento ai fenomeni di criminalità organizzata, evidenziando i dati relativi all’andamento della delittuosità dai quali si evince, tra l’altro, che i delitti commessi nel 2024 sono in calo del 5,3% rispetto al 2023.

Il Prefetto ha poi delineato il fenomeno del pendolarismo criminale che vede l’area metropolitana di Napoli e tutta la provincia come soggetto attivo, in grado di generare flussi criminali in uscita verso altre aree della regione. 

Il Prefetto ha poi affrontato la questione del disagio giovanile e della criminalità minorile, evidenziando che, negli ultimi anni, si sono registrati gravi episodi che hanno visto il coinvolgimento, come artefici o come vittime, adolescenti.

Al riguardo, sono stati svolti diversi interventi per prevenire la circolazione abusiva delle armi tra minori nonchè di sostanze stupefacenti, intensificando le attività di controllo all’esterno e nelle vicinanze degli istituti scolastici. Inoltre si è registrato l’impegno  per prevenire la dispersione scolastica, nell’ottica di intercettare le situazioni con una connotazione più preoccupante, prodromiche all’uscita dei minori dal sistema scolastico, con il conseguente isolamento dal contesto sociale e, nei casi più gravi, con il reclutamento da parte della criminalità.

Per quanto attiene al fenomeno della violenza di genere, il Prefetto ha evidenziato un incremento, rispetto all’anno 2023, delle ipotesi di violenza sessuale e reati rientranti nella disciplina del cosiddetto “Codice rosso”.

Infine, il Prefetto ha illustrato le misure adottate per la prevenzione e il contrasto dell’illegalità diffusa, al fine di garantire la sicurezza urbana.

In particolare è stata avviata, a partire dal mese di gennaio 2023, d’intesa con le Amministrazioni locali delle tre grandi città metropolitane di Roma, Milano e Napoli, la costruzione di una rete volta a realizzare una più efficiente governance dei fenomeni suscettibili di compromettere la civile convivenza, promuovendo un’articolata strategia di prevenzione e contrasto delle condotte illegali – come lo spaccio di sostanze stupefacenti, la “mala-movida”, l’abuso di alcolici, l’occupazione e vandalizzazione di edifici e spazi pubblici e privati – riscontrabili particolarmente in alcune aree cittadine, spesso connotate da condizioni di degrado urbano e sociale. 

Ai fini dell’adozione di modelli di collaborazione per la promozione di politiche di settore efficaci, è apparso utile coinvolgere tutti gli attori competenti, in primis i Sindaci il cui supporto non si deve limitare al solo concorso della Polizia locale nell’attività di controllo del territorio, ma anche all’adozione di misure finalizzate alla riqualificazione ambientale e alla messa in sicurezza delle aree maggiormente esposte al rischio di proliferazione di forme di illegalità diffusa o di criminalità, di misure finalizzate alla riqualificazione ambientale.

Al fine di mettere stabilmente in sicurezza i perimetri urbani più problematici, tra gli strumenti utilizzati per accrescere la sicurezza urbana vi è il ricorso all’art 2 TULPS. Infatti a partire da dicembre 2024, con ordinanze prefettizie, sono state istituite nel capoluogo quattro zone rosse, nonché cinque nel territorio della provincia. 

Il Prefetto di Salerno, Francesco Esposito, ha analizzato la situazione della criminalità nelle diverse aree territoriali, caratterizzate da tassi demografici molto diversi e differenze anche nelle dinamiche socioeconomiche, che influenzano l’andamento e la natura dei fenomeni delinquenziali. Sul versante della criminalità organizzata si è soffermato sulla mappatura della presenza dei clan, sui principali interessi illeciti e sulle novità relative alla conformazione dei gruppi criminali e ai loro ambiti di operatività, che stanno emergendo a seguito delle recenti attività giudiziarie. In particolare, ha segnalato anche un incremento dei fattori di rischio di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici in conseguenza dell’attuazione del PNRR, che vede la realizzazione di migliaia di progetti sul territorio ed un significativo aumento della spesa pubblica. Sul fronte della criminalità comun, i dati non risultano in aumento ad eccezione dei furti in abitazione e delle truffe che tuttavia, dopo una evidente flessione negli anni della pandemia, si stanno riposizionando gradualmente sui valori pre-Covid. Tali fenomeni richiedono un attento esame attraverso la georeferenziazione che consente di cogliere in modo analitico e tempestivo la distribuzione dei reati nelle varie aree del territorio. Ha evidenziato che una significativa percentuale di furti viene messa a segno da autori provenienti da fuori provincia. Per intercettare meglio tale fenomeno di ‘mobilità criminale’ ha proposto di attivare strategie di prevenzione e contrasto coordinate e livello interprovinciale, intervenendo lungo le principali vie di collegamento tra le diverse province. Tale modalità operativa è stata già sperimentata con risultati positivi in provincia di Salerno, con il periodico impiego di risorse straordinarie. Sul versante della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata ha proposto l’attivazione di sedute congiunte di gruppi interforze antimafia tra più province, anche per ottimizzare la circolarità delle informazioni, la capacità di analisi del fenomeno e la programmazione di interventi più efficaci. Ha, infine, richiamato l’importanza di favorire, con iniziative mirate, il recupero del controllo sociale attraverso l’intensificazione di attività di segnalazione e denuncia per rendere più efficace la collaborazione tra comunità e forze di polizia.

Il Prefetto di Caserta, Lucia Volpe, ha sottolineato, in particolare, la presenza della criminalità organizzata nell’area casertana, contigua con quella di Napoli nord nonché presso il litorale domitio, ove si registra, nella sola città di Castelvolturno, una forte concentrazione di cittadini stranieri irregolari.

Risultano in crescita i reati connessi all’uso di sostanze stupefacenti, nonché quelli relativi ai furti in abitazione, con conseguente allarme sociale, manifestato anche da associazioni e comitati cittadini attivi sul territorio.

​In merito ai reati predatori, il Prefetto di Caserta ha segnalato che spesso risultano perpetrati da soggetti provenienti dai grossi centri della limitrofa provincia di Napoli.

Molti episodi di criminalità minorile scaturiscono dall’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti e sono localizzati, in particolare, nell’area della movida casertana ed aversana. Si evidenzia inoltre il fenomeno della difficoltà di inserimento sociale dei minori stranieri non accompagnati, che incide negativamente sulla questione della devianza minorile.

Il Prefetto di Avellino, Rossana Riflesso, ha fatto presente che la situazione della sicurezza pubblica della provincia risente della particolare ubicazione territoriale di quest’ultima, trattandosi di un territorio che, pur non facendo registrare particolari criticità sotto questo profilo, funge tuttavia da cerniera tra l’hinterland napoletano, salernitano, foggiano e beneventano, rappresentando di conseguenza un’area strategica per alleanze tra organizzazioni criminali autoctone e sodalizi camorristici limitrofi, favorite dalla presenza di agili vie di comunicazione.

Non a caso, le aree di maggior presenza criminale, al netto del capoluogo, sono rappresentate dalle zone di confine in cui, risentendo della vicinanza con altre province, si è assistito progressivamente alla crescita del fenomeno del c.d. pendolarismo criminale.

I livelli di delittuosità interessano quindi il territorio complessivamente considerato in maniera disomogenea, sia dal punto di vista quantitativo, sia sotto il profilo strutturale, con un’incidenza differenziata a seconda proprio delle diverse zone in cui è articolato. In sede di riunioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica è stato concordato l’implementazione di sistemi di videosorveglianza per il controllo del territorio, la stipula di Patti per la Sicurezza Urbana e di Accordi di Vicinato.

Il Prefetto di Benevento, Raffaela Moscarella, ha evidenziato che la provincia di riferimento, la meno popolosa di quelle campane, risente del problema dello spopolamento e della conseguente crescita dell’età media della popolazione. La circostanza incide sulla tipologia dei reati, tra i quali quello delle truffe agli  anziani. La criminalità organizzata, per lo più di provenienza esterna, si concentra in particolare sul traffico di sostanza stupefacenti ma si registrano anche fenomeni di usura ed estorsione.

Il Comandante della Legione Carabinieri, Canio Giuseppe La Gala, ha sottolineato il decremento dei dati sulla criminalità in ambito regionale, in particolare per quanto attiene alle truffe informatiche e alle rapine mentre si registra l’incremento degli omicidi.

Sono inoltre in sensibile aumento le denunce per violenza di genere con i conseguenti provvedimenti adottati a tutela delle parti offese.

Il Comandante regionale della Guardia di Finanza, Alessandro Barbera, ha proceduto a sua volta all’illustrazione delle principali tipologie di reati riscontrati e perseguiti in ambito finanziario, finalizzati al riciclaggio di capitali, al contrabbando di oli minerali, di tabacchi lavorati esteri e di contraffazione di marchi.

L’Assessore regionale Mario Morcone ha illustrato il lavoro svolto in materia di beni confiscati, di rafforzamento di sistemi di videosorveglianza, di iniziative per il contrasto dei fenomeni di racket ed usura nonché per l’inclusione sociale,  evidenziando la proficua sinergia instauratasi con la Prefettura ed il Comune di Napoli.

L’Assessore comunale, Antonio De Iesu ha descritto l’impegno dell’amministrazione comunale per migliorare il decoro della Città, circostanza che si percepisce in quartieri un tempo ostaggio della criminalità e ora meta di turisti e divenuti più vivibili. Restano comunque altri problemi sui quali parimenti si sta cercando di incidere al fine di accrescere la sicurezza, anche percepita, dei cittadini.

Il Procuratore aggiunto DDA di Napoli, Sergio Ferrigno e il Procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli, coordinatore settima sezione sicurezza urbana si sono soffermati sull’intensa attività svolta dalla Procura e sulle prospettive future per incrementare la sicurezza e la legalità del territorio.

Il Procuratore aggiunto DDA di Salerno, Luigi Alberto Cannavale, ha sottolineato il cambiamento nelle caratteristiche delle organizzazioni criminali presenti nel salernitano, non più di provenienza napoletana ma divenute autoctone.

A conclusione della Conferenza, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha osservato che il quadro generale emerso dall’incontro, restituisce gli elementi per elaborare nuove e condivise strategie, sulla base dei contribuiti degli interlocutori istituzionali sulle diverse realtà territoriali.

Occorre lavorare anche sulla percezione di sicurezza dei cittadini attraverso strumenti visibili che aumentino la loro fiducia nell’ operato delle istituzioni.