La ribalta ancora una volta il Napoli, con cinismo ma soprattutto con la forza di chi è consapevole di sé. Con il cuore ma soprattutto col gioco, la fisicità che nel secondo tempo ha annichilito una Juve che aveva chiuso in vantaggio un primo tempo equilibrato, agonisticamente intenso ma povero di occasioni se si eccettuano un tiro di Yldiz con paratona di Meret, il gol di Kolo Muani e un paio di pericolosi cross del Napoli oltre ad una bella punizione di Politano di poco alta.
Non poteva essere la stessa gara dell’ andata ma nel primo tempo Motta ha provato una “riscrittura” del gioco, puntando sull’uno contro uno e un’ aggressione alta per togliere campo e tempi di gioco al centrocampo azzurro e cercando di isolare Neres dalla manovra. Una riscrittura che ha premiato i bianconeri per tutto il primo tempo anche se col passare dei minuti il ritmo s’è abbassato e ne è venuta fuori una partita di testa, di attesa,di posizione e soprattutto di pazienza. Il gol bianconero sul finire del tempo(43′)è nato da un maldestro rinvio di testa di Lobotka finito sui piedi di Yldiz che ha servito Koopmainers al limite dell’ area azzurra dove l’ olandese è stato anticipato da Anguissa il cui tocco indietro ha finito col favorire Kolo Muani, solo a centro area,che non aveva difficoltà a battere Meret.
Sarà che la Juve aveva dato quasi tutto quello che aveva, fisicamente e mentalmente, ma subito ad inizio ripresa il Napoli, obbligato a segnare e sotto la spinta di un tifo unico, ha deciso di giocare abbandonando le remore difensive tornando il Napoli irruento, intenso del finale di Bergamo, riprendendo le redini della gara con 45′ minuti di superiorità esaltanti scanditi dal colpo di testa vincente di Anguissa (59′)e dal raid in aria bianconera di Mctominay sul quale entrava rovinosamente Locatelli procurando il rigore trasformato impeccabilmente da Lukaku(69′), nono gol in campionato e rete numero 200 tra i professionisti.
Fino al triplice fischio di Chiffi, arbitraggio non convincente il suo, il Napoli ha controllato con autorevolezza e con sicurezza la gara gestendo il finale nonostante i cambi di Motta, addirittura Vlahovic in campo, dettati più dalla ricerca del colpo di fortuna che dalla reale convinzione di riacciuffare il pareggio. Ma questo Napoli è sempre più deciso, consapevole e maturo. La Juventus, questa Juventus, per battere l’ arrabbiata capolista del secondo tempo doveva giocare la partita perfetta per novanta minuti e non solo per il primo tempo.
Conte senza voler passare per il genio della panchina, lascia volentieri ad altri certi sostantivi, si conferma un allenatore che ha reso il calcio Moderno adeguato e conseguente alla crisi del calcio spettacolo dei cosidetti “giochisti come da definizioni di dotti sapientoni che spesso esaltano un modo di giocare ormai al tramonto per le esigenze attuali. Un allenatore Conte che mi piace etichettare,come ha fatto un amico compagno di squadra in diversi tornei federali, discutendo su questo Napoli, un tecnico “post moderno”.
Senza schemi fissi o modelli da imitare ma rinnovando e cambiando di volta in volta, ottenendo quasi sempre il massimo dai suoi “guerrieri” in termini di gioco e di risultati.