NAPOLI – Una volta li chiamavano ‘facinorosi’, quelli che si lasciano affascinare da qualcosa tanto da scendere in piazza a protestare per essa. Oggi si fa di meglio, e in maniera più spicciola: si prendono gli studenti a protestare per un pianeta morente con lo slogan “fuori i fascisti dall’università”. Almeno una volta, 40 anni fa, ai tempi della “Pantera” i giovani studenti universitari avevano contezza di ciò di cui parlavano, e soprattutto cognizione di causa. Oggi all’Università Federico II di Napoli si è raggiunti il paradosso con un drappello di studenti che dispiegando un lenzuolo hanno protestato contro la cultura, su un pianeta che muore. Il fatto stesso di contestare il ministro Gennaro Sangiuliano è un po come sparare sulla Croce Rossa conoscendo le posizioni del ministro della Cultura; ma la cosa che fa più rabbrividire è la connotazione squisitamente politica della protesta data dalla scritta “Fuori i fascisti dall’Università”. E’ ovvio che a qualcuno verrebbe da chiedere a questi ragazzi: “quindi solo comunisti all’università? vi sentite più protetti, o più figli di quel Che Guevara che manco sapete chi è?” Eppure il ministro Sangiuliano nella sua lectio ha sottolineato che “la cultura è tradizione e progresso”, annunciando anche la creazione dei musei nazionali del Vomero (Duca di Martina, Floridiana e Sant’Elmo) e i lavori nel Maschio Angioino. Quindi alla fine di tutto, e visto che le contestazioni, strumentalizzate da qualche porzione della politica non hanno sorbito l’effetto desiderato, cosa resta della giornata? Due cose fondamentali: l’impegno sempre più profondo e attivo del ministro per Napoli, e la disperazione di chi ancora non si capacita di aver perso le elezioni tanto da buttare anche i giovani nel calderone di sterili proteste su un pianeta che muore anche grazie a questa politica del dissenso a tutti i costi.