ROMA – Certo non è un grande risultato, ma quando parliamo di Prodotto Interno Lordo, ci riferiamo sempre ad innumerevoli e, per molti aspetti, svariate circostanze legate alla sua crescita o decrescita. In questo avvio di 2023, i dati ISTAT ci confermano che la variazione acquisita del Pil è pari al +0,4 per cento. E nel quarto trimestre 2022 il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti ed è cresciuto dell’1,4% nei confronti del quarto trimestre del 2021. Ovviamente le stime diffuse a fine gennaio erano un po diverse, infatti si parlava di una riduzione dello 0,1%, mentre la crescita era data all’1,7%. E’ inutile ricordare che questi sono numeri irrisori rispetto a quello che potrebbe definirsi ripresa economica, ma comunque lasciano ben sperare visti i tempi e la profondi crisi energetica che stiamo vivendo a causa della guerra. Da questa sorta di pantano nel quale non è tutto nero ma non è nemmeno tutto bianco, se ne esce solo accelerando sulle riforme, come auspicato da molti analisti. La prima è la madre di tutte, quella fiscale per la quale pare che il governo abbia già in cantiere le prime mosse per la prossima primavera. Ma non solo riforma del fisco, ma anche una più sostanziosa riforma del mercato del lavoro, provando ad azzerare la precarietà a tutti i livelli, e soprattutto trascinando via dal pantano i cosiddetti Neet, il ventre molle di un Paese disabituato al lavoro tradizionale e tutti alla ricerca di fortuna economica attraverso i social. Ovviamente questo è un discorso che meriterebbe un capitolo a parte, ma quando sentiamo oggi parlare i giovani che si catalogano in lavori come il tiktoker o il social media manager, allora capiamo la deriva che ha assunto il mercato del lavoro in Italia anche grazie ai Vip dei social. Sul versante riforme restiamo alla finestra in attesa che qualcosa di concreto si muova.