NAPOLI – Che il tema della cybersicurezza in Italia sia particolarmente sentito e finalmente trovi il giusto spazio nel dibattito pubblico ne è riprova il fatto che lo scorso giugno il Governo l’abbia inserita per la prima volta in un programma strategico (nella fattispecie nell’Agenda Ricerca e Innovazione). Anche i dati parlano chiaro: il Mimit lo scorso marzo tramite il ministro Urso ha reso noto durante CyberSec che “gli attacchi verso il nostro Paese sono raddoppiati” e al centro di tale offensiva ci sono le piccole e medie imprese italiane.
In questo scenario globale di rinnovata consapevolezza dei rischi che un attacco può cagionare a un’azienda si colloca il workshop “Cybersicurezza: un tema di business” organizzato da Grimaldi Alliance, IGB Broker e Yoroi. L’evento è previsto per venerdì 20 ottobre 2023 a partire dalle ore 17:00 e sarà ospitato nella prestigiosa sede Grimaldi – Allianz all’interno di Palazzo Donn’Anna (via Posillipo n. 9).
“L’ultima evidenza in ordine di tempo – spiega Angelo Coviello, assicuratore a capo di IGB Broker Srl – è data dai report di Yoroi che parlano di vertiginoso picco di attacchi ransomware verso l’Italia che all’80% puntano alle PMI. Questi numeri dimostrano ancora una volta come i cybercriminali puntino in alto e sappiano precisamente quali sono le fragilità delle aziende del nostro territorio”.
Sarà l’occasione per assicuratori, consulenti legali e informatici per confrontarsi con gli imprenditori sul tema della tutela dagli attacchi informatici, aspetto che si conferma essere tra i più pericolosi e critici nella gestione di un’azienda nell’esercizio dell’attività.
“Tutelarsi a monte – sottolinea Coviello – con l’ausilio di esperti di cybersicurezza è il primo passo per tenere al sicuro il proprio business. Ma spesso anche questa attenzione potrebbe non essere sufficiente. Stando ai dati in nostro possesso, sono proprio gli attacchi informatici che si attestano tra i cinque più pericolosi scenari di rischio con maggiore probabilità di accadimento e con esposizione, per chi li subisce, a forti perdite economiche e patrimoniali oltre che a danni reputazionali e interruzioni di attività”.
In linea di massima, quindi, l’idea è quella che oltre a uno scudo informatico ci sia bisogno di un secondo paracadute che possa salvare l’azienda dal rischio di collasso a causa di un attacco. Ma non solo: “C’è inoltre da tenere in considerazione – conclude Coviello – la responsabilità amministrativa e penale e la responsabilità civile dell’azienda che subisce l’attacco nei confronti di terzi (come clienti, fornitori e business partner) per aver erroneamente trasferito o subito il furto di informazioni, dati sensibili, personali, riservati o finanziari”.
Dopo l’incontro seguirà rinfresco.