L’idea di promuovere un corso per ex pazienti mastectomizzate è venuta al chirurgo oncoplastico Stefano Mori. Grazie alla collaborazione della Lega Navale di Bacoli l’equipaggio targato Istituto dei tumori di Napoli ha partecipato e vinto la quinta edizione della veleggiata <Gargano in Rosa>. Il direttore generale del più grande polo oncologico del Mezzogiorno, Bianchi: <Importante iniziativa. E’ necessario che l’idea di cancro si spogli di quell’enfasi tutta negativa>.
Mariapia, Maria, Mena, tre ex pazienti dell’Istituto dei tumori di Napoli, tre donne che hanno scoperto di avere il cancro, ma hanno deciso comunque di vivere il presente, di uscire dal buio, soprattutto, di cogliere la malattia come una opportunità. Dopo le cure hanno imparato a sognare, a programmare una vita diversa. E in questa vita diversa ci hanno infilato un corso di vela perché, come diceva Seneca, <nella vita non puoi cambiare il vento ma puoi regolare le vele>, frase che l’equipaggio in rosa, targato Pascale, ha fatto stampare sulle t-shirt con cui ha partecipato e vinto la sua prima regata. Mariapia, Maria, Mena, tre storie di donne mastectomizzate, tre donne di una vita che nonostante le cure, a volte devastanti, continua con lo stesso entusiasmo e forse anche di più di prima, prima che il tumore al seno sconvolgesse la loro quotidianità. L’idea di promuovere un corso di vela destinato proprio a donne che avevano conosciuto la malattia è venuta un anno fa al chirurgo oncoplastico del Pascale, Stefano Mori. Un progetto subito seguito da Clemente Costagliola, presidente della Lega Navale di Bacoli che ha messo a disposizione delle tre donne la sua barca a vela, un elan 40 di 12 metri e con quella barca, dopo appena 11 mesi di corso, hanno sbaragliato gli altri 11 equipaggi in gara, vincendo, al largo di Manfredonia in Puglia, la quinta regata del Gargano in Rosa. Al timoniere Mariapia, all’aiuto prodiere e tayler Maria e al drizzista e tayler Mena si sono aggiunte altre due donne, Cristina e Josepha, come aiuto aggiunto e il presidente della Lega di Bacoli, che ha assicurato di essere salito sulla barca solo come supervisore. Il lavoro, tutto il lavoro di braccia e gambe lo hanno fatto le tre ex pazienti. E sempre Costagliola promette che il prossimo anno la regata si farà nel Golfo di Napoli. <Io che sono un appassionato di vela – dice l’oncologo Stefano Mori – credo molto nell’effetto benefico di questo sport come riabilitazione a una malattia che colpisce anche l’aspetto fisico. Sono particolarmente felice di aver coinvolto queste tre donne in questa esperienza e sono sicuro che altre donne vorranno unirsi al corso magistralmente condotto da Clemente Costagliola>. L’idea di abbinare la lotta al cancro con gli sport nautici non è nuova per il Pascale che prima del Covid promosse una campagna di prevenzione oncologica partecipando a una regata non competitiva nel golfo di Napoli. <Iniziative come le Veleggiate che ci hanno visto protagonisti negli anni passati e ora questa di oggi – dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – non possono che fare bene. E’ necessario che l’idea del cancro si spogli di quella enfasi tutta negativa di ineluttabilità o di condanna già pronunciata. Bisogna parlarne, poterne parlare, saperne parlare. Il tumore è una malattia che intanto, se presa in tempo, guarisce senza esiti, e che in ogni caso, grazie alla ricerca continua, rappresenta sempre meno la dimensione dell’angoscia e sempre più quella della speranza, della concreta speranza. Quindi, sempre più tanta prevenzione e sempre maggior fiducia nei nostri validissimi operatori. E se, una volta all’anno, lo diciamo con una veleggiata, è proprio per sostenere la serenità di un approccio consapevole>.