Nigeriana, 17 anni, sieropositiva dalla nascita, ha un sarcoma di 15 centimetri che le comprime cute, pleura, coste, muscoli e cuore. Dopo un intervento di 7 ore è a casa e sta bene.

NAPOLI – Diciassette anni, sieropositiva dalla nascita, orfana di entrambi i genitori, morti di Aids, Jovita dice che da grande vuole diventare un medico. E un po’ medico di sé stessa lo è già se è vero che da sola, qualche mese fa, si è accorta che qualcosa nel suo fisico non andava. Sotto il seno sinistro aveva un bozzo che le cresceva a dismisura di giorno in giorno.  E’ così che dal villaggio della Nigeria, in cui abita, ha allertato l’associazione di volontariato che si prende cura di ragazzi come lei. Associazione che si è attivata subito per farle eseguire i primi esami e, una volta avuta la diagnosi di sarcoma localizzato all’emitorace sinistro, si è mossa affinché qualche ospedale in Italia la potesse operare. L’Sos è stato immediatamente raccolto dall’Istituto dei tumori  Pascale di Napoli. E’ stata l’equipe della UOC di Chirurgia Toracica diretta da Edoardo Mercadante ad asportarle, durante un delicatissimo intervento durato 7 ore,  un tumore della grandezza di 15 centimetri. Un tumore che, da sotto il seno, coinvolgeva la cute, la pleura, i muscoli e le coste e che le comprimeva il polmone e il cuore. Durante l’intervento le sono state tolte 4 coste sostituite con protesi di barre in titanio appositamente sagomate. Jovita dopo dieci giorni di degenza è stata dimessa. I medici assicurano che sta bene, dovrà sottoporsi ovviamente a dei controlli, ma può riprendere la sua vita e soprattutto continuare a studiare per diventare medico.

Ma andiamo per ordine: Jovita Ubechi, abita a Ngugo.Imo, un villaggio del sud est della Nigeria. Da 10 anni è inserita in un progetto di solidarietà di sostegno a distanza avviato dall’associazione S.o.solidarietà, attiva dal 2014 e che consente a numerosi bambini e ragazzi in condizioni di grave disagio socioeconomico di accedere all’istruzione e a regolari visite mediche. Jovita è stata accompagnata in Italia da suor Emily Uloma Umezuruike, appartenente all’ordine delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue. Attualmente, entrambe sono ospitate presso l’Istituto femminile di quest’ordine a Pastena, vicino Salerno, dove ricevono assistenza e supporto. <Un grande ringraziamento va a tutto il team medico, a tutto il personale sanitario e ovviamente al management del Pascale che ha reso possibile questo intervento – dice la presidente dell’associazione, Maria Aolide Tonin  che ha seguito tutto l’iter burocratico  – . Per Jovita c’è ancora tutto il post operatorio da affrontare, ma insieme con i medici siamo fiduciosi che ci possa essere una completa guarigione>. E fiduciosi sono i medici. L’esame istologico non dovrebbe riservare sorprese. Per Edoardo Mercadante si tratta di un condrosarcoma, un tumore a malignità locale. E nulla o quasi si vede anche della cicatrice sotto il seno. All’intervento di demolizione e rimozione è seguito, infatti, quello ricostruttivo in collaborazione con la chirurgia oncoplastica del Pascale di Stefano Mori.  Nessun problema anche per la lingua. Jovita parla correntemente l’inglese e in inglese ha comunicato con medici e infermieri. <Sono particolarmente orgoglioso – dice il commissario straordinario del polo oncologico, Maurizio di Mauro – di questa storia. Orgoglioso del lavoro di tutto il personale della sala operatoria e non solo. Orgoglioso che il Pascale ha teso subito una mano a questa ragazza, non si è fermato davanti alla burocrazia e di aver potuto dare una speranza di vita a una paziente così giovane e che viene da una realtà sociale tanto disagiata. Segno che il Pascale è sempre al fianco dei pazienti>.