Anticipati dall’autore anche i contenuti della sua prossima pubblicazione sui cruciali temi di  denatalità e immigrazione.

NAPOLI – Presso la Fondazione Salvatore, NapHub Spazio Eventi, presentazione su iniziativa della Banca di Credito Popolare, in collaborazione con ARCA Sgr, del lavoro dell’economista Carlo Cottarelli “Dentro il Palazzo. Cosa accade davvero nelle stanze del potere”.

Del libro, che vuole essere una fotografia delle dinamiche politiche e delle sfide economiche che il Paese sta affrontando, l’autore ne ha parlato con Simone Bini Smaghi – Vicedirettore Generale ARCA Fondi SGR, Roberto Napoletano – direttore de Il Mattino e Mario Crosta, direttore Generale BCP.

Attingendo alla sua esperienza diretta, nel volume Cottarelli esamina lo stato della nostra politica. Ne registra le storture, le inefficienze, le potenzialità perdute, descrivendo dal di dentro il funzionamento del nostro Parlamento e trattando, fra l’altro, temi di scottante attualità come il progressivo ridimensionamento del suo ruolo rispetto a quello del governo, il dibattito  ridotto a scontro tra fazioni opposte, gli stipendi di deputati e senatori, il bizantinismo delle pratiche, l’allontanamento dei cittadini dal voto, e cosa si può fare per riavvicinare i cittadini alla politica. E racconta per la prima volta in dettaglio quei quattro giorni che lo videro salire al Quirinale più volte nel tentativo di formare un nuovo governo.

L’appuntamento è stato occasione per anticipare i temi cruciali al centro del suo ultimo libro in via di pubblicazione, da quello inerente l’anticipazione dell’avvio del decremento della popolazione mondiale a quelli più vicini ed attuali dell’immigrazione e del forte calo demografico.

“Nel luglio scorso – ha riferito Cottarelli – le Nazioni Unite nelle previsioni di crescita della Popolazione Mondiale hanno situato, per la prima volta, all’inizio degli anni ’80 di questo secolo, il momento in cui la popolazione mondiale comincerà a ridursi, mentre fino a due anni fa la previsione era che la popolazione avrebbe continuato a crescere almeno fino al 2120, 2130. Invece adesso si è anticipato di circa 50 anni il momento in cui comincerà ad avvenire il declino con questa previsione di base che però comporta che la natalità aumenti nei Paesi dove adesso è bassa.”

“In particolare  – ha evidenziato l’economista – il numero critico non è tanto la natalità, ma il numero medio di figli per donna, che è molto basso. E sceso negli ultimi anni e  per alcuni Paesi si prevede riprenderà. Nello scenario in cui non c’è questa ripresa, invece, il primo calo della popolazione del mondo inizierebbe nel 2053, quindi fa poco più di 25 anni.  Una novità enorme da diversi punti di vista perché, prima di tutto la nostra è la prima specie animale che avrebbe una riduzione della sua numerosità, non dovuta a un evento catastrofico, come  la fine dei dinosauri per la caduta di un asteroide, glaciazioni o altro, ma semplicemente alla mancanza di volontà di fare figli.”

 “In Cina,  – ha spiegato Cottarelli – il secondo Paese più grande del mondo in termini di popolazione con un miliardo, 400 milioni di persone, il numero medio di figli per donna adesso è sceso a uno e non perché sia legalmente così.  Il diritto di non avere più di un figlio, che poi non era davvero rispettato, è stato tolto 10 anni fa. Nonostante questo il numero medio di figli per donna l’anno scorso è sceso a uno che vuol dire che ogni due genitori c’è un figlio. Se l’andamento di due genitori che generano un figlio esiste in Cina, il secondo Paese più grande, si allarga a tutto il mondo, vuol dire che a ogni generazione la popolazione mondiale si dimezza. Per inerzia dobbiamo arrivare a intorno ai 9 miliardi e partendo da 9 miliardi servono soltanto 32 generazioni per passare da 9 miliardi a due persone.”

“Messa in questi termini, – ha specificato l’economista – la questione ci dice molto.  Per alcuni questa è una cosa addirittura positiva, soprattutto una scuola di pensiero che dice: Noi umani lo viviamo il pianeta. Però sapere che non ci sarà più qualcuno che vede la vita, le piramidi in Egitto o il Vesuvio non può non lasciare sereni ed il problema è che non si sa cosa fare, di fronte a questa andamento, perché, ovviamente ci sono posti al mondo dove la popolazione cresce rapidamente, ma c’è una tendenza che sembra inevitabile alla riduzione del desiderio di fare figli.”

“In Italia già quest’anno per ogni 100 persone che vanno in pensione, ce ne sono solo 60 che entrano nel mondo del lavoro. E questo vuol dire difficoltà a trovare medici, infermieri, avvocati, economisti, idraulici – ha puntualizzato Cottarelli –“, introducendo la seria problematica che, come fenomeno più limitato a livello locale rispetto a quello di portata più ampia su scala globale, vede nell’immigrazione, pur con tanti problemi, un aiuto alla risoluzione delle negative ricadute della denatalità.

“Per un Paese come Italia: cercare di evitare l’immigrazione facendo più figli – ha detto l’economista  –  è praticamente impossibile. Per mantenere il sistema pensionistico, come l’abbiamo adesso, senza evitare una mancanza di risorse, il numero di figli per donna dovrebbe passare dall’attuale numero 1,2 a 2. Nessun paese ha mai avuto un soldi di questo genere, quindi gli immigrati sono necessari.”

“Il problema – ha spiegato –  è che non abbiamo ancora trovato un modo per avere un’immigrazione regolare. E l’immigrazione irregolare poi porta a difficoltà di integrazione, porta a scontri in qualche modo tra gli immigrati e i nativi, se vogliamo metterla in questi termini. Cosa più evidente sono le percentuali di criminalità visto le difficoltà di due culture che si incontrano, il fatto che un terzo degli immigrati sono poveri, mentre la percentuale della povertà per gli italiani, per i nativi, è di uno su sei, del 30%.

Il fatto sta che la criminalità è quattro volte più alta per gli immigrati che per i residenti italiani. E se andiamo a vedere la criminalità giovanile è del 10% più alta per gli immigrati. Questa situazione crea tensione, crea quello che vediamo tutti i giorni e non c’è una facile soluzione, perché la soluzione giusta deve essere quella di avere un flusso di immigrati regolari e però interrompere gli sbarchi irregolari, anche perché 29. 000 persone sono  morte nel Mediterraneo.”

“Trovare  una soluzione non è facile,  – ha detto concludendo l’economista Cottarelli , specificando: “questo mio ultimo libro in uscita è originale rispetto agli altri perché non vi dice questo è il problema e questa è la soluzione. Io scrivo un libro sincero in cui si dice questo è il problema, è serio, e non ce l’abbiamo ancora una soluzione. Quindi l’elemento comune di questi temi, che l’ho raccolto in un libro, è che sono problemi per cui ancora non abbiamo la soluzione. Non vuol dire che non si possa trovare una soluzione, ma diamoci da fare perché non ce l’abbiamo ancora una soluzione.”