“Sono molto soddisfatta di questa prima missione ufficiale in Cina. Come voi avete visto ci sono state interlocuzioni ai massimi livelli chiaramente con il Primo Ministro, con il presidente cinese XI Jinping, con il Presidente dell’Assemblea nazionale del Popolo. Domani avremo anche un altro incontro con il Presidente della municipalità di Shanghai dove come sapete risiede la comunità imprenditoriale più significativa a livello italiano. Volevamo anche che fosse una visita con dei risultati concreti. Quei risultati ci sono stati. Come avete visto c’è stata la firma di un piano d’azione triennale e la firma di sei intese su materie per noi molto importanti che vanno dalla cooperazione industriale alla tutela delle indicazioni geografiche, alla sicurezza alimentare, alle materie ambientali e a all’istruzione. Quindi abbiamo voluto dare anche degli obiettivi concreti che sono gli obiettivi principali che il Governo italiano persegue. Sicuramente rafforzare la nostra cooperazione, ma farlo in un’ottica di riequilibrio chiaramente della bilancia commerciale. C’è un importante disavanzo per l’Italia che è andato crescendo negli anni e, in tema di investimenti esteri diretti oggi gli investimenti italiani in Cina sono circa tre volte tanto quelli cinesi in Italia. Noi vogliamo chiaramente lavorare per rimuovere gli ostacoli relativi alla possibilità dei nostri prodotti di accedere al mercato cinese e chiaramente garantire parità di trattamento per le nostre imprese. C’è da questo punto di vista chiaramente ampia convergenza e disponibilità.” Così la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni al termine degli incontri a Pecchino tenuti nell’ambito della visita ufficiale nella Repubblica Popolare Cinese.
“Avete visto – ha detto la Presidente del Consiglio Meloni – anche che io e il primo Primo ministro cinese abbiamo insieme inaugurato il Business Forum alla presenza di oltre 100 imprenditori delle maggiori aziende italiane e cinesi, a dimostrazione insomma di una volontà condivisa nell’implementazione dei nostri rapporti economici e commerciali. Chiaramente se con il Primo Ministro e con il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo il tema è stato soprattutto di carattere bilaterale, con il presidente XI Jinping il dibattito è stato più ampio e chiaramente ha coinvolto anche tutte le materie dell’agenda internazionale. È stato un confronto franco, trasparente, rispettoso su tutte le materie sulle quali chiaramente la Cina rimane un interlocutore indispensabile. Dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina alle tensioni che si vanno moltiplicando dal governo dell’intelligenza artificiale fino alla riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e le questioni climatiche, insomma, sono moltissime le materie che abbiamo trattato e ripeto, lo abbiamo fatto con trasparenza, con lealtà, con franchezza. Penso e spero insomma che possa essere utile per ingaggiare un interlocutore che è sicuramente molto importante in questa fase.”
A proposito della ipotizzata possibilità di apertura stabilimenti di auto elettriche in Italia, “Noi – ha detto la Presidente del Consiglio – ci siamo limitati a definire appunto accordi di cornice poi non sta a noi entrare nel merito delle singole intese che si possono sviluppare con i singoli investimenti concordati. Sicuramente il tema della mobilità elettrica è uno dei temi inseriti all’interno del nostro memorandum di collaborazione industriale che è uno delle intese più importanti che abbiamo sottoscritto. Riguarda molte materie importanti appunto mobilità elettrica, cantieristica navale ci sono le materie legate generalmente alla transizione energetica poi però ovviamente saranno i tavoli tecnici e i ministri competenti a lavorare nello specifico sulla realizzazione di queste intese.”.
“C’è un dialogo in atto – ha detto inoltre la Presidente del Consiglio in riferimento a risposte sostanziali dell’impegno della Cina sullo scacchiere internazionale – posso dire che in questa fase critica io ho ribadito le mie convinzioni su questa materia. L’aggressione russa all’Ucraina è un attacco frontale alla convivenza pacifica tra i popoli alle regole del diritto internazionale. Quando le regole del diritto internazionale vengono messe in discussione, chiaramente producono un domino che noi stiamo già vedendo con le crisi vanno moltiplicandosi. Questo produce per reazione una frammentazione che è anche economica e alla fine diventa una sorta di domino, cioè sulla lunga distanza globalizzazione economica e messa in discussione delle regole del diritto internazionale non cammineranno insieme. Quindi questo probabilmente può convenire a Putin? Non ne sono certa, probabilmente può convenire a Putin, ma credo che non convenga a nessun altro. E credo che tutti quanti debbano valutare le loro priorità, allora è evidente che il sostegno cinese alla capacità industriale russa è un elemento di grande frizione, ma io penso, e l’abbiamo ribadito ovviamente, che la Cina, partendo dai principi di sovranità e integrità territoriale, che pure sempre ne rivendica, possa diventare così un soggetto risolutore per la identificazione di una pace giusta in Ucraina che parta appunto da questi principi ed è quello che abbiamo ribadito poi chiaramente. Io non credo neanche di poter o di dover dire quali sono le risposte che arrivano dal mio interlocutore perché penso che dovrebbe farlo lui, ma sicuramente sull’argomento questo confronto è stato una parte significativa.
“Sono molto preoccupata – ha specificato in particolare la Presidente Meloni – per quello che sta accadendo in Libano per il rischio di una escalation regionale proprio mentre sembrava che ci potessero essere degli spiragli. E anche questo è un elemento che va valutato. Ogni volta che ci sembra di essere un pò più vicini all’ipotesi di un cessate il fuoco accade qualcosa. Significa che ci sono diversi , diciamo, soggetti regionali che puntano a un’escalation e a costringere Israele a una reazione. Dico anche di invitare Israele a non cadere in questa trappola. Dopodiché sono in contatto con il Ministro degli esteri. Con il Governo sono in contatto con gli alleati. Bisogna continuare a passare messaggi di moderazione. In questa fase la Cina sicuramente anche qui può essere un interlocutore molto importante. Sono noti i rapporti solidi che esistono con Teheran e con Riad. Sicuramente nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi arabi e Israele, la Cina è un interlocutore molto importante.
Interrogata sui rapporti con la Commissione europea sullo di Diritto, la Presidente del Consiglio Meloni: ha detto: “non vedo ripercussioni negative per l’Italia e non ritengo che i rapporti con la Commissione europea stiano peggiorando. Io e la Commissione europea abbiamo discusso di questo tema. Del resto la lettera che io ho inviato non è una risposta alla Commissione europea o un momento di frizione con la Commissione europea, ma è una riflessione comune sulla strumentalizzazione che è stata fatta di un documento tecnico nel quale mi corre l’obbligo di ricordare che gli accenti diciamo così critici non sono della Commissione europea. La Commissione europea riporta accenti critici di alcuni portatori di interesse, stakeholder che sono Il Domani, Il fatto Quotidiano, Repubblica e chiaramente ho semplicemente risposto, insomma per punti in questa interlocuzione con la Commissione europea di cui però la Commissione europea non è il mio diretto interlocutore, ma lo è chi strumentalizza quel rapporto che tra l’altro non dice niente di particolarmente nuovo rispetto agli anni precedenti. Anche questo varrebbe la pena di ricordare. Ho ricordato, ad esempio, che quando questi stakeholder imputano al governo italiano la governance della RAI, le regole di determinazione delle governance della RAI,
eh, signori, la governance della Rai è definita da una legge del 2015 che ha fatto il governo Renzi e che è stata in vigore in tutti questi anni e quindi difficilmente si può imputare all’attuale Governo, esattamente come quando questi stakeholder dicono che ci sono delle intimidazioni alla stampa perché ci sono degli esponenti politici che querelano per diffamazione alcuni giornalisti, ma non mi pare che in Italia vi sia una regola che dice che se tu hai una tessera diciamo da giornalista che ho anche io in tasca, puoi liberamente diffamare qualcuno e recriminare che gli esponenti politici avviano una causa per diffamazione. Si sta facendo azioni di intimidazione. Vuol dire non avere neanche rispetto diciamo dell’indipendenza dei giudici .Viene ad esempio preso in considerazione anche alcune querele che ho fatto. Vi segnalo, in proposito, che le ho fatte quando ero all’opposizione non le ho fatte quando ero al Governo, quindi, voglio dire, capisco il tentativo di strumentalizzare cioè lo capisco ma non lo conosco. Il tentativo diciamo di cercare il soccorso esterno da parte di una sinistra in Italia che evidentemente molto dispiaciuta di non poter utilizzare per esempio il servizio pubblico come fosse una sezione di partito, però su questo non posso aiutare proprio perché credo nella libertà di informazione e di stampa.”
“Sulle nomine – ha detto, altresi la Presidente del Consiglio – bisognerà procedere anche perché si è dimessa anche la Presidente quindi è sicuramente una cosa della quale dobbiamo occuparci nelle prossime settimane. Sulla governance io sono assolutamente laica. Sulle norme che la regolano, ripeto non è una riforma che ho fatto io. Non l’ho neanche particolarmente difesa quindi se quelli che l’hanno scritta oggi dicono che è pessima, possiamo per quello che mi riguarda parlarne su quanto è inerente le ipotesi di privatizzazione. Ho letto queste indiscrezioni, non so da dove siano uscite, non ho su questo niente da dire. Posso solamente confermare rispetto a quello che ho letto che mi è stato attribuito, che confermo di non avere bisogno di una tele Meloni. Non ne ho bisogno, non mi interessa, non la voglio.”