Ho letto con grande rispetto molti articoli, fondi, editoriali con i quali opinionisti e ex giocatori di valore, da lontano e molto lontani hanno spiegato…al popolo, le cause della nefasta e indecorosa prestazione del Napoli a Verona. Quasi tutti a puntare l’ indice accusatore sul non risolto “caso” Osimhen, altri sul Conte poco…Conte di questo periodo- cioè troppo calmo e poco incazzato come richiederebbero gli eventi- e su una squadra cui mancherebbero almeno sei titolari senza contare che Di Lorenzo e Kvara andavano venduti…
Chiacchiere, tutte con un fondo di verità ma chiacchiere senza dare una soluzione reale, concreta.
Gli unici editorialisti che hanno scritto e detto qualcosa di diverso analizzando lo sfascio di Verona sono stati Antonio Corbo su “Repubblica” e Mimmo Carratelli su “Il Corriere dello Sport”. E lo dico da modesta penna da 45 anni in attività, perché per competenza, conoscenza, stile e obiettività sono, a mio sommesso avviso, tra i pochissimi a saper dire le cose come stanno, perché di Napoli e del Napoli, di ieri e di oggi, conoscono vita, morte, miracoli e umori…non solo della piazza.
Corbo, andando diritto al cuore del problema, ha indicato al presidente l’ unica via di salvezza praticabile per società e squadra: “Delegare! Come si fa nella grande finanza occidentale evitando: a) di lasciare tutto immutato e comprare un Lukaku a settimana e abbassare il suo utile di esercizio; b) di mollare tutto e trattare offerte -che sarebbero ai minimi storici- di gruppi finanziari di investimento”.
Carratelli, analizzando un po’ di più l’ aspetto tecnico e tattico dell’ attuale momento, scrive di “una risposta immediata che devono dare soprattutto i giocatori” e di un Conte che “qualcosa di nuovo deve escogitare” perché ” ha raccolto una squadra “finita” e con una rosa di elementi subito bocciati dal tecnico dopo il fallimento sul campo. Un “disastro” che Conte, con la voglia di tornare ad allenare…non ha valutato in partenza accettando l’ invito di De Laurentiis. Se ne sta rendendo conto in corso d’ opera”.
Carratelli poi prosegue: ” Come può intervenire Conte? Operazione difficile tant’è che lo stesso allenatore ha detto che anche con 3/4 acquisti di rilievo non sarà facile mettere in campo una squadra affidabile. Il realismo di Conte è ineccepibile”.
Come ineccepibili sono le tesi e le soluzioni prospettate da Corbo e Carratelli.
E a conforto degli scenari prospettati dai due maestri mi permetto di aggiungere come la situazione sia ulteriormente peggiorata dopo Verona soprattutto dal punto di vista mentale e motivazionale oltre che tecnico-tattico.
Ho sentito dire e ho letto che già ieri Conte, in modo pacato ma fermo senza intentare processi, ha fatto rivedere ai giocatori, ancora depressi e delusi,gli errori commessi a Verona, “iniziando”, di fatto anche un lavoro psicologico sui giocatori…
Cosa ineccepibile! Ma un tecnico, e voglio ricordare che per almeno 30 anni ho fatto da allenatore e selezionatore seppur con i giovani- e non è detto che sia più semplice- da sempre svolge anche un ruolo psicologico sul gruppo e sui singoli per affermare la sua leader-ship non solo sul campo ma nello spogliatoio.
Ma può il Conte attuale, che abbiamo visto e sentito tutti deluso, frustrato insoddisfatto forse degli stessi risultati da lui ottenuti, dopo aver profuso ottimismo, grinta e voglia di faticare a volontà al suo nuovo gruppo, riuscire a svolgere al meglio un lavoro di grande sensibilità e carica, anzi, di ricarica mentale e di autostima?
Non ne siamo convinti, anche se ciò sembra giusto attendere il dopo Bologna di domenica sera. Corbo e Carratelli invocano provvedimenti urgenti, noi ci accodiamo dicendo che a De Laurentiis occorrono come il pane due figure di altissimo profilo per evitare il crack finanziario e quello tecnico.
Un amministratore autorevole che conosca come le sue tasche il pianeta calcio-finanza e un mental-coach di primissimo livello, inflessibile, estraneo alle logiche dello spogliatoio e sappia dire si/si o no/no senza dubbi e tentennamenti a staff, Conte compreso, e giocatori per ridare loro convinzione, coraggio e autostima. Conte, da uomo intelligente, non potrebbe che capire e acconsentire. Capiamo fin troppo bene la sua delusione e la sua rabbia e non vorremmo che rimanesse sopraffatto da stati d’ animo che non favorirebbero il suo vero obiettivo: rilanciare il Napoli e salvare ADL…
Se non accettasse anche lui una mano, una mente amica, volendo riuscirci da solo, il suo lavoro su più livelli- tecnico e mentale- rischierebbe di diventare dispendioso e dispersivo, in una parola, inutile viste le attuali problematiche che affliggono un gruppo non in grado di riconoscersi e neanche stimarsi nei singoli né riflettersi nell’ immagine vincente, ora sbiadita non per sue colpe, del proprio allenatore.