Presentazione del libro Donne e violenza di Mariarosaria Barbera e conferenza di Antonio De Simone sulla cosiddetta villa di Augusto di Somma Vesuviana 

Sono due gli incontri di marzo organizzati dall’associazione Internazionale Amici di Pompei ETS.
Giovedì 20 marzo, alle ore 17, nella biblioteca del Parco Archeologico di PompeiGiuseppe Fiorelli” (via Plinio, 4), le archeologhe Ria Berg e Paola Miniero presentano il libro “Donne e violenze di guerra. Uno sguardo sull’età antica” di Mariarosaria Barbera (Ed. ESPERA 2024).  All’incontro sarà presente l’autrice, che archeologa, già soprintendente in vari siti italiani e direttore del Parco Archeologico di Ostia, ha al suo attivo altre tre monografie sulla dimensione femminile nel mondo antico. Questo libro tratta delle violenze di guerra, che dalla più remota antichità hanno accompagnato e segnato la vita delle donne. Presentate soprattutto come vittime delle sconfitte militari, private della libertà e finanche dei figli, le donne sono state oggetto di particolari forme di violenza e pulizia etnica. Scavando nelle fonti antiche, però, s’individuano anche figure di mediatrici e operatrici di pace, così come di ispiratrici di guerre, non sempre consapevoli. Non poche poi sono le donne che alle guerre hanno partecipato attivamente combattendo con ogni mezzo anche alla guida di eserciti.

Venerdì 21 marzo, alle ore 17, presso l’Auditorium degli Scavi di Pompei l’archeologo Antonio De Simone, docente dell’Università Suor Orsola Benincasa, terrà la conferenza “La cosiddetta villa di Augusto a Somma Vesuviana”.
Il professore renderà noti gli ultimi risultati degli scavi di Somma Vesuviana, da lui effettuati, che hanno portato alla luce una grande villa romana, nota come “Villa di Augusto”. Emersa in località Starza della Regina, è stata scavata a partire dal 2002 grazie all’impegno dell’Università di Tokyo in collaborazione con l’Università Suor Orsola Benincasa. La Villa nasce tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C. e viene seppellita dall’eruzione del Vesuvio del 472, nota con il nome di eruzione di Pollena. Le ricerche svolte negli ultimi anni mostrano che la Villa sorge sui resti di una precedente struttura sepolta dall’eruzione del 79.