La telemedicina e la delocalizzazione delle cure per ridurre la distanza tra medico e paziente, migliorare la qualità della vita dell’ammalato e dei suoi familiari, ottimizzare l’assistenza sanitaria. E’ la sanità nell’era dell’Intelligenza Artificiale raccontata alla Bocconi School of Management da due giovani oncologhe del Pascale, Fernanda Picozzi e Claudia von Arx. I loro progetti sono stati selezionati tra le centinaia di progetti presentati da candidati provenienti da ogni parte di Italia. Il progetto della giovanissima Fernanda Picozzi parla di Digital health e dei virtual Multidisciplinary Tumor Boards nella gestione dei pazienti con tumori rari, in particolare con neoplasie epiteliali timiche. E’ un progetto che  mira a favorire un approccio multidisciplinare integrato di diverse figure professionali verso un più efficiente coordinamento tra specialisti di strutture diverse, a tutto vantaggio di una migliore qualità di cura ed assistenza ai pazienti. <I tumori rari – spiega l’oncologa – sono spesso diagnosticati e trattati in modo inadeguato sia per la mancanza di conoscenze che per la mancanza di expertise perché le competenze cliniche non sono distribuite in modo omogeneo sul territorio e sono concentrate in pochi centri dispersi geograficamente. Ciò comporta una forte carenza nella diagnosi e nella presa in carico di questi pazienti, un eccesso di costi sanitari da prestazioni improprie da parte di centri non specializzati e alti costi sociali da migrazione sanitaria, oltre alla disequità negli accessi. Si evince come sia oggi quanto mai fondamentale la collaborazione tra strutture ospedaliere e tra specialisti, anche al di fuori della regione di appartenenza, che consente di diffondere la conoscenza e migliorare la ricerca>.  Questa distanza potrebbe essere colmata proprio tramite l’utilizzo delle reti virtuali attraverso le quali far viaggiare immagini, dati clinici grazie ai teleconsulti e ai gom virtuali. La telemedicina consente, infatti, di assistere i pazienti ovunque essi siano e migliorare la capacità di diagnosi e di cure terapie. Claudia von Arx ha discusso un progetto di domiciliarizzazione/delocalizzazione delle cure sottocute coadiuvato da una app con intelligenza artificiale volta a gestire da remoto effetti collaterali e sintomi legati alla patologia di base. <Questo progetto – dice la specialista – consente di trattare il paziente più vicino al proprio domicilio senza però fargli perdere la connessione con l’Istituto a cui si è affidato per la sua cura. Pertanto il programma migliora la qualità di vita del paziente e dei suoi caregivers, ottimizza l’’assistenza medica fornitagli e di fatto aumenta la capacità produttiva del Pascale e delle Asl>. Per il direttore generale dell’Irccs partenopeo, Attilio Bianchi, i due progetti presentati alla Bocconi <sono estremamente interessanti e dimostrano ancora una volta la prospettiva fortemente innovativa nella quale si proietta la ricerca del Pascale>.