Lo Stato ha letteralmente dimenticato che il Sistema industriale del nostro Paese è composto per oltre il 95% da piccole e piccolissime imprese, partite iva di confine, ditte individuali che nel loro insieme, oltre ad essere la colonna portante delle attività produttive tricolori, danno lavoro a milioni di persone. “In pratica – commenta il prof. Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 e presidente della Commissione Reti e Distretti produttivi di ODCEC Napoli – stiamo parlando di oltre 3 milioni di lavoratori-imprenditori che, allo stato attuale, e con le criticità nazionale ed internazionali che bene conosciamo, non hanno alcuna garanzia di sopravvivenza”. “Il problema serio – ha poi continuato il noto economista – è che il governo si crogiola a discutere di massimi sistemi come l’impiego dei fondi del Pnrr che con le nuove rimodulazioni, non hanno nulla a che vedere con la fame che dilaga nelle micro realtà che, nonostante tutto, assicurano un entrata al sistema camerale, quindi allo Stato. Si tenga presente che stiamo parlando del cuore del sistema economico nazionale che da lavoro ad oltre 15 milioni di persone, il cui futuro non lo si può inscatolare in qualche bonus da Caritas o nell’allargamento della platea dei nuovi poveri”. Lepre ha poi continuato: “Addirittura anche la tanto propagandata misura del ‘Resto al Sud’ che ha prodotto buoni risultati, rischia concretamente di creare nuovi disoccupati”. “Per tutti questi – ha poi concluso il prof. Lepre che tra l’altro è notista di Italpress e Agenzia Stampa Italia – Lo Stato dovrebbe impegnarsi in una massiccia riduzione della pressione fiscale, in primo luogo, e poi nella ricapitalizzazione di quelle filiere che più di tutte stanno soffrendo la guerra in Ucraina. Le mancette non servono a nessuno, ed il Pnrr va a compensare i grossi comparti dell’economia; ma ai piccoli chi ci pensa? Spero non sia necessario attendere una nuova tornata elettorale per poter mettere nero su bianco”.