Nel Rapporto “Esportare la dolce vita 2023”, realizzato dal Centro Studi Confindustria, tra tanti dati interessanti vi sono quelli che quantificano il potenziale in miliardi di euro dell’export targato Italia. Vi sono, in particolare, tantissimi margini per maggiori ricavi sul mercato statunitense. Verso gli Usa, secondo il Rapporto, l’Italia può esportare valori per complessivi 22,6 miliardi di euro in più, rispetto agli attuali livelli. Gli altri quattro Paesi che presentano prospettive di grande interesse per l’Italia sono Germania (5,7 miliardi di euro in più da poter realizzare), Corea del Sud (4,7 miliardi), Canada (4,6 miliardi), Giappone (4,6 miliardi).
Il Rapporto, peraltro, si concentra sui settori dei cosiddetti prodotti belli e ben fatti, orgoglio del Made in Italy. Si tratta di settori in cui il Sud, e la Campania in particolare, hanno quasi sempre una grande tradizione. Si va dall’industria del legno e dell’arredo, alle calzature e all’abbigliamento, dalla gioielleria e oreficeria alla nautica, dall’agroalimentare alla ceramica.
È tempo che le imprese campane e meridionali si strutturino finalmente in maniera adeguata per sfruttare le enormi possibilità offerte dal mercato globale. Parecchie lo hanno già fatto o sono virtuosamente incamminate lungo questo percorso. Per le altre, è ora di investire di più e trovare il coraggio di andare oltre mercati di nicchia sempre più ristretti e che, da soli, offrono poche prospettive di durata nel tempo.
Nel Rapporto “Esportare la dolce vita 2023”, realizzato dal Centro Studi Confindustria, tra tanti dati interessanti vi sono quelli che quantificano il potenziale in miliardi di euro dell’export targato Italia. Vi sono, in particolare, tantissimi margini per maggiori ricavi sul mercato statunitense. Verso gli Usa, secondo il Rapporto, l’Italia può esportare valori per complessivi 22,6 miliardi di euro in più, rispetto agli attuali livelli. Gli altri quattro Paesi che presentano prospettive di grande interesse per l’Italia sono Germania (5,7 miliardi di euro in più da poter realizzare), Corea del Sud (4,7 miliardi), Canada (4,6 miliardi), Giappone (4,6 miliardi).
Il Rapporto, peraltro, si concentra sui settori dei cosiddetti prodotti belli e ben fatti, orgoglio del Made in Italy. Si tratta di settori in cui il Sud, e la Campania in particolare, hanno quasi sempre una grande tradizione. Si va dall’industria del legno e dell’arredo, alle calzature e all’abbigliamento, dalla gioielleria e oreficeria alla nautica, dall’agroalimentare alla ceramica.
È tempo che le imprese campane e meridionali si strutturino finalmente in maniera adeguata per sfruttare le enormi possibilità offerte dal mercato globale. Parecchie lo hanno già fatto o sono virtuosamente incamminate lungo questo percorso. Per le altre, è ora di investire di più e trovare il coraggio di andare oltre mercati di nicchia sempre più ristretti e che, da soli, offrono poche prospettive di durata nel tempo.