I dati dell’Istat sull’export in Campania nel 2022 sono incoraggianti. La regione è cresciuta del 29,4%, ben oltre la media Paese che si è attestata sul 20%, con performance molto significative in settori come l’agroalimentare, la farmaceutica e i mezzi di trasporto. L’incremento percentuale 2022 sul 2021 è più del doppio di quello già registrato nel 2021 rispetto al 2020 (14,1%). In termini assoluti, il valore delle esportazioni campane è stato di circa 17,2 miliardi di euro, molto di più di quanto si rilevava in epoca pre covid. Nel 2019, infatti, non si è andati al di là di 12,3 miliardi. L’aumento sostenuto delle esportazioni è una delle leve su cui puntare per ridurre il divario territoriale del Mezzogiorno, non soltanto della Campania. Sotto questo aspetto, spiace registrare che il Sud nel suo complesso, nel 2022, ha incrementato le vendite all’estero del 15,4%, abbondantemente al di sotto dunque del dato nazionale. D’altra parte, se il consolidamento del tessuto produttivo meridionale passa anche per un avvicinamento dei tassi di internazionalizzazione delle sue imprese a quelli del Nord del Paese, tale risultato è collegato alla riduzione di altri gap, come quelli accusati dal Sud sia per le infrastrutture che per i servizi alle attività imprenditoriali. Migliorare i collegamenti e gli interscambi, la logistica e l’intermodalità al Sud, rende più competitivo il territorio, così come rendere più efficiente la sua burocrazia. Aumentando, dunque, anche le potenzialità delle sue aziende sui mercati oltre confine. Ma è fondamentale anche aprire il territorio agli investimenti esteri, rendendolo più attrattivo. Sotto questo profilo, è incoraggiante l’impegno del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, per una semplificazione delle procedure d’investimento e per rafforzare il decollo delle Zone economiche speciali, una delle carte da giocare più promettenti per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno nei prossimi anni. Dobbiamo fare in modo che la Campania continui a ridurre il divario in termini di internazionalizzazione e che sia accompagnata da una forte ripresa industriale nel resto del Mezzogiorno. L’obiettivo è raggiungibile se, su questioni strategiche come questa, si ponga in atto un dialogo proficuo tra le istituzioni, e fra queste e le forze sociali e produttive. Solo marciando insieme, si potrà raggiungere un traguardo epocale come la maggiore integrazione del Mezzogiorno nell’economia del Paese.