“Il bene dell’Italia non è più la priorità dei governi che nascono e muoiono nel giro di 18 mesi o poco più”. Questa la prima dichiarazione a freddo dell’economista Gianni Lepre, a seguito delle dimissioni del premier Mario Draghi, e il conseguenti scioglimento delle Camere da parte del presidente Mattarella. Una situazione veramente particolare che espone il nostro Paese non solo al chiacchiericcio continentale, ma anche al ‘gongolamento’ oltre cortina per essere riusciti a smantellare un altro esecutivo nazionale dopo quello del Regno Unito. “I problemi sono pur drammatici da un punto di vista geopolitico – ha poi continuato il prof. Lepre, opinionista economico del Tg2 – ma non da giustificare l’alienazione di politiche ‘ad hoc’ per il momento storico. Il professor Draghi ha rappresentato stabilità, concretezza, prestigio e operatività, come non se ne vedevano da tempo”. Lepre, che tra le altre cose è presidente della commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli ha poi sottolineato: “questa situazione ha imbarazzato molto i partiti di maggioranza, abituati ormai solo a confrontarsi con beghe interne e poltrone da rinsaldare, tanto da rappresentare un ‘out out’ inaccettabile su questioni che attengono alla mera propaganda elettorale. Messi con le spalle al muro hanno pensato di ricondurre tutto al gioco delle urne, con la speranza di inserire qualche misura strappa-voti capace di fare la differenza”. Il prof. Lepre che è anche notista di Italpress e Agenzia Stampa Italia ha poi proseguito: “Tutto è successo nel periodo meno indicato, con una pandemia ancora attiva, con l’inflazione che sta erodendo la nostra economia, con una guerra nel cuore dell’Europa che sta distruggendo tutte le certezze costruite con lacrime e sangue da 70 anni a questa parte”. Lepre ha poi concluso: “La nostra ormai è una democrazia schiava delle velleità dei partiti che di ideologico non hanno più nulla, ma concepiscono solo ed unicamente il tornaconto elettorale. Il bene dell’Italia non è più una priorità, ma solo un bene di facciata che porta gli esecutivi a durare meno della metà del mandato costituzionale. Gli Italiani non meritano questo, l’economia del nostro Paese non merita questo, la nostra grande tradizione universale non merita questo”.