“La chiusura del periodo d’imposta rappresenta un momento critico a causa delle scadenze che si accavallano per dichiarazioni, comunicazioni e versamenti. Nei mesi di novembre e dicembre vi sono 264 adempimenti tra comunicazioni, istanze e versamenti. E non lo diciamo noi ma lo scadenzario presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Tra questi adempimenti troviamo solo quelli “generici” – riguardanti la stragrande maggioranza dei commercialisti e dei contribuenti – che fanno riferimento ai modelli dichiarativi, redditi e Irap 2023, alle Lipe, a pagamenti di acconti ai fini delle imposte sui redditi con la recente novità della possibilità di rateizzazione degli stessi, ma solo per alcuni soggetti e ad esclusione dei contributi. Si continua con saldo Imu, versamento ritenute, Iva (mensile e acconto con possibilità di ricalcolo), la presentazione degli elenchi Intrastat. Ai 264 adempimenti vanno poi aggiunte le disposizioni “straordinarie”, come quella per l’assegnazione dei beni ai soci, per la comunicazione del titolare effettivo e per il ravvedimento speciale, oltre alla riforma dello sport che prevede cambiamenti significativi per Asd e Ssd e comunicazioni e versamenti delle casse di previdenza. Un ingorgo che crea problemi ai professionisti contabili e fiscali, commercialisti in primis, e ai contribuenti, che vedono la propria attenzione distolta dal business di competenza. Una situazione complessa da gestire per tutti, con buona pace della tanto auspicata semplificazione”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
Cataldi spiega come “oltre agli adempimenti, la necessità è di evitare nei moduli inutili duplicazioni di informazioni già in possesso dell’Agenzia delle Entrate. Forse sarebbe opportuno che fosse lo stesso Ente, quando possibile, a fornire agli operatori il riepilogo di quanto in suo possesso (anche solamente “in bozza”, come accade ad esempio con le dichiarazioni fiscali precompilate), al solo fine della relativa integrazione in caso di necessità”.
In linea generale, rileva Stefania Serina, delegata della commissione Semplificazioni fiscali dei giovani commercialisti Ungdcec, “intendiamo rappresentare l’esigenza di sfruttare nel migliore dei modi i decreti delegati per la riforma fiscale, con cui si potrà arrivare ad un’effettiva razionalizzazione dei termini. Quanto detto, però – sottolinea Serina – ad una sola condizione: che coloro che conoscono le problematiche, specialmente operative, in quanto le incontrano nella propria ordinaria attività, possano essere inclusi nel “processo normativo” in modo da dare il proprio contributo ad una causa a loro nota. Anche in questo caso, come si è già visto, in modo da creare utilità per diversi soggetti del sistema fiscale. Senza questa apertura degli “addetti ai lavori” ai tavoli, sarà impossibile arrivare ad una davvero efficace ed efficiente riforma fiscale”.