Il ritiro del ministero della Salute era già scattato in data 27 novembre 2024. L’ultimo caso riaccende il dibattito sui rischi del consumo di formaggi freschi per i minori  

Ancora un bimbo intossicato da formaggio dopo che è stato segnalato un caso di sindrome emolitico-uremica (SEU), causata dal batterio Escherichia coli, in una bambina residente in Veneto. In Trentino un bambino di 9 anni è rimasto intossicato dopo aver consumato Puzzone di Moena, un formaggio a base di latte crudo. Il piccolo ha sviluppato un’infezione intestinale di origine alimentare, portando al ritiro del lotto incriminato. L’Azienda sanitaria di Trento ha avviato un’indagine, evidenziando la probabile correlazione con il consumo di latte non pastorizzato mentre il ministero della Salute già dal 29 novembre 2024 aveva annunciato sul portale del dicastero dedicato agli  “Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori”, a tutela della salute dei consumatori, il richiamo precauzionale da parte del produttore. I formaggi a latte crudo incriminati erano stati prodotti in un caseificio della valle di Fiemme. Si tratta di tutti i lotti del formaggio “DOP PUZZONE DI MOENA DI PREDAZZO E MOENA DOP” e del formaggio a marchio “SAPORITO DELLA VAL DI FASSA DI MONTAGNA GRANDE E PICCOLO”. Il motivo? Possibile presenza di Escherichia coli nel prodotto. I lotti interessati dal richiamo del “DOP PUZZONE DI MOENA DI PREDAZZO E MOENA DOP” sono: 24043, 24044, 24045, 24046, 24047, 24048, 24049, 24050, 24051, 24052, 24053, 24054, 24055, 24056, 24057, 24058, 24059, 24060, 24061, 24062, 24063, 24064, 24065, 24066, 24067, 24068, 24069, 24070, 24071, 24080, 24084, 24094, 24099, 24103, 24115, 24124, 24125, 24126, 24132, 24134, 24136, 24138, 24141, 24153, 24157, 24158, 24160, 24161, 24163, 24164, 24166, 24167. Un altro modo per identificare il formaggio Dop richiamato è la sua data di scadenza che, in questo caso, è pari a 90 giorni. Differenti sono invece i 50 lotti del formaggio “SAPORITO DELLA VAL DI FASSA DI MONTAGNA GRANDE E PICCOLO” che sono 24213, 24212, 24211, 24210,24205, 24204, 24202,24201, 24199, 24198, 24197, 24194, 24193, 24192, 24191, 24189, 24188, 24186, 24185, 24183, 24244,24243,24241, 24238, 24236, 24235, 24234, 24231, 24229, 24228,24227, 24225, 24224, 24223, 24221, 24219, 24218, 24217, 24216, 24266, 24264,24260, 24258, 24254, 24252, 24250, 24246,24248,24256,24263, tutti con scadenza a 50 giorni. Entrambi i marchi sono stati prodotti dall’azienda CASEIFICIO SOCIALE DI PREDAZZO E MOENA S.C.A (CE 42/012), nello stabilimento di PREDAZZO, in provincia di Trento, in via Fiamme Gialle 48 5. Come riportano i media locali e nazionali, il primo caso che ha determinato il ritiro del prodotto, ha coinvolto una bambina di un anno di Cortina d’Ampezzo, che ha subito un ricovero per SEU, ma si è ripresa ed è tornata a casa nei giorni scorsi. La SEU è la complicanza più grave dell’infezione da E. coli produttore di Shiga-tossina, che colpisce prevalentemente i bambini in età prescolare ed è quasi sempre di origine alimentare. Tra gli alimenti più a rischio ci sono il latte crudo e i formaggi prodotti con latte crudo, la carne cruda. Le indagini epidemiologiche, infatti, hanno collegato la tossinfezione con il consumo di un formaggio saporito di montagna prodotto da un caseificio trentino. Le analisi microbiologiche dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, hanno evidenziato la positività per Escherichia coli STEC di un campione di questo formaggio, prodotto con latte crudo, di cui è stato disposto il ritiro e il richiamo.