Le oscillazioni macroeconomiche sono un tema europeo, non strettamente tedesco. Insieme, Italia e Germania sono la principale piattaforma industriale d’Europa, con una forte #complementarità nei settori-chiave. Una chiara direzione politico-economica può avere implicazioni non solo per l’industria dei due Paesi, ma per tutta l’UE.
Si è svolta a Milano la diciottesima edizione del Forum Economico Italo-tedesco, l’appuntamento annuale della AHK Italien – Camera di Commercio Italo-Germanica dedicato ai temi caldi dei rapporti tra i nostri due Paesi. Al centro dell’edizione 2024, le prospettive per la partnership manifatturiera italo-tedesca nel contesto europeo. Ad aprire i lavori, gli interventi della Presidente AHK Italien Monica Poggio, AD di Bayer S.p.A., dell’Ambasciatore tedesco Hans-Dieter #Lucas e del Viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini, che ha sottolineato la strutturalità dei rapporti economici italo-tedeschi: due sistemi industriali affini, leader europei nella manifattura e con una forte vocazione esportatrice.
Nel corso dell’evento, è stato presentato uno studio sulla situazione e sulle prospettive della manifattura italiana, tedesca ed europea, realizzato con un pool di ricercatori ed economisti.
A fronte di una narrazione molto diffusa di un “caso Germania”, nello studio si rileva come, in realtà, nell’ultimo decennio (2015-2024) i Paesi europei abbiano attraversato fasi macroeconomiche molto simili, con una lunga fase di sostanziale stagnazione nel continente.
Insieme, Italia e Germania detengono il primato industriale nel continente. La Germania resta prima in 52 settori, su un totale di 61 settori presi in esame nel complesso dell’Unione Europea, seconda in 9. L’Italia è il primo Paese in 3 settori, seconda in 17. La forza della partnership industriale italo-tedesca sta nella complementarità e nella diversificazione che i due Paesi hanno nei settori portanti dell’industria europea. Una complementarità che si osserva anche nelle dimensioni aziendali: in Germania, la produttività del lavoro è più alta nelle grandi imprese (più di 250 dipendenti), in Italia è molto alta anche nelle aziende più piccole (con meno di 250 dipendenti).
«I grandi gruppi tedeschi e le PMI italiane sono veri e propri campioni industriali, fortemente integrati tra loro nelle catene del valore. Complementarità e integrazione sono fattori centrali per la competitività della partnership industriale tra i nostri due Paesi», ha dichiarato il Consigliere Delegato AHK Italien, Jörg Buck. «Il caso italo-tedesco può essere considerato un’unica grande piattaforma industriale distribuita su due Paesi, con competenze ed eccellenze nazionali che si incontrano nel quadro più ampio dell’economia e delle politiche europee».
Lo studio evidenzia come in Europa i due Paesi creino spesso conglomerati industriali che travalicano i confini nazionali: l’esempio più evidente è quello dell’automotive e dei macchinari. Anche grazie a Italia e Germania, l’Unione Europea continua a rappresentare, nel suo complesso, uno dei principali blocchi economici, con il 16,8% della ricchezza globale. Un dato che mostra come una maggiore integrazione europea renderebbe l’Unione in grado di competere con Cina (18,6% del PIL globale) e Stati Uniti (30,8%).
I temi del convegno sono stati approfonditi anche in un confronto tra il Deputato Giangiacomo Calovini e la Senatrice Simona Malpezzi, rispettivamente presidente e membro della Sezione bilaterale di amicizia Italia-Germania in Parlamento, e in occasione di una tavola rotonda di vertici aziendali: Luca Conti (E.ON), Natalia Helfer (DB Cargo), Mara Panajia (Henkel) e Giovanni Micaglio (Kaeser Compressori).
«Il futuro non è scritto: l’Europa non è destinata a un ruolo di secondo piano, ma può giocare alla pari con i grandi attori industriali globali. Rafforzare il coordinamento e la complementarità sul piano industriale tra Italia e Germania è fondamentale creare un’industria europea in grado di competere», ha dichiarato la Presidente AHK Italien Monica Poggio. «I vantaggi sono anche politici: qualsiasi rafforzamento della partnership bilaterale comporta maggior potere negoziale all’interno delle istituzioni europee, per portare avanti progetti e posizioni comuni. Relazioni più forti, e a più livelli, tra Italia e Germania favoriscono un ruolo più decisivo dei due Paesi in Europa, anche in ambiti strategici quali la politica estera e la realizzazione delle riforme strutturali necessarie per il rafforzamento dell’Unione».