G7Italy: Papa Francesco, primo capo della Chiesa cattolica a partecipare ad un evento simile: “Intelligenza artificiale strumento affascinante e tremendo al tempo stesso che impone una riflessione all’altezza della situazione.” “E’ anzitutto uno strumento, i cui benefici o danni che essa apporterà dipenderanno dal suo impiego etico o meno”. “Serve la politica intesa come forma più alta della carità, e dell’amore.”
“La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo spirito affinché abbiano saggessa intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro. La scienza e la tecnologia sono dunque prodotti straordinari del potenziale creativo di noi esseri umani. Ebbene, è proprio dall’utilizzo di questo potenziale creativo che Dio ci ha donato che viene alla luce l’intelligenza artificiale.
Quest’ultima, come è noto, è uno strumento estremamente potente, impiegato in tantissime aree dell’agire umano, dalla medicina al mondo del lavoro, dalla cultura all’ambito della comunicazione, dall’educazione alla politica. Ed è ora lecito ipotizzare che il suo uso influenzerà sempre di più il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali e, nel futuro, persino la maniera in cui concepiamo la nostra identità di essere umani. Il tema dell’intelligenza artificiale è tuttavia spesso percepito come ambivalente. Da un lato entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia presagire. Non possiamo dal resto dubitare che l’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenti una vera e propria rivoluzione cognitivo-industriale che contribuirà alla creazione di un nuovo sistema sociale caratterizzato da complesse trasformazioni epocali.”
Così Papa Francesco, primo capo della Chiesa cattolica a partecipare ad un evento simile, ha introdotto il suo intervento nella Sessione del G7 a presidenza italiana sul tema Intelligenza artificiale, energia, Africa-Mediterraneo (formato Outreach) aperta a tutti i Paesi invitati e non solo ai membri del G7 che sta tenendo i suoi lavori a Borgo Egnazia in Puglia.
“Il vigoroso avanzamento tecnologico rende – ha evidenziato Papà Francesco – l’intelligenza artificiale uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso ed impone una riflessione all’altezza della situazione. In tale direzione si potrebbe forse partire dalla constatazione che l’intelligenza artificiale è anzitutto uno strumento, e viene spontaneo affermare che i benefici o danni che essa apporterà dipenderanno dal suo impiego.”
“Questo è sicuramente vero, poiché così – ha spiegato il Santo Padre- è stato per ogni utensile costruito dall’essere umano. Questa nostra capacità di costruire utensili in una quantità e complessità che non ha pari tra i viventi fa parlare di una condizione tecno-umana.”
“L’essere umano – ha specificato – ha da sempre mantenuto una relazione con l’ambiente mediata dagli strumenti che via via produceva. Noi esseri umani infatti viviamo una condizione di ulteriorità rispetto al nostro essere biologico. Siamo esseri sbilanciati verso il fuori di noi, anzi radicalmente aperti all’altra. Da qui prende origine la nostra apertura agli altri e a Dio. Da qui nasce il potenziale creativo della nostra intelligenza in termini di cultura e di bellezza. Da qui, da ultimo, si origina la nostra capacità tecnica. La tecnologia è così una traccia di questa nostra ulteriorità. Tuttavia, l’uso dei nostri utensili non sempre è univocamente rivolto al bene.”
“Anche se l’essere umano sente dentro di sé una vocazione all’oltre e alla conoscenza vissuta come strumento di bene al servizio dei fratelli e delle sorelle della casa comune, – ha rilevato Papa Francesco – non sempre questo accade. Anzi, non di rado, proprio grazie alla sua radicale libertà, l’umanità ha pervertito i fini del suo essere trasformandosi in nemica di se stessa e in nemica del pianeta.”
“Solo se sarà garantita la loro vocazione al servizio dell’umano, gli strumenti tecnologici – ha indicato il Santo Padre- riveleranno non solo la grandezza e la dignità unica dell’essere umano, ma anche il mandato che quest’ultimo ha ricevuto di coltivare e costruire il pianeta e tutti i suoi abitanti. Parlare di tecnologia è parlare di cosa significa essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica. Non si può staccare una cosa dall’altra. e questo è vero in misura maggiore per l’intelligenza artificiale.”
“La stagione di innovazione tecnologica che stiamo attraversando – ha evidenziato inoltre Il Pontefice-, si accompagna a una particolare e inedita congiuntura sociale. Si registra come uno smarimento o quanto meno un eclissi del senso dell’umano e un’apparente insignificanza del concetto di dignità umana. Ed è così che in questa stagione, in cui i programmi di intelligenza artificiale interrogano l’essere umano e il suo agire, proprio la debolezza dell’ethos connesso alla percezione del valore e della dignità della persona umana, rischia di essere il più grande vulnus nell’implementazione e nello sviluppo di questi sistemi. Non dobbiamo dimenticare infatti che nessuna innovazione è neutrale.” “La tecnologia,nasce – ha rilevato- per uno scopo e nel suo impatto con la società umana, rappresenta sempre una forma di ordine nelle relazioni sociali e una disposizione di potere che abilita qualcuno a compiere azioni e impedisce ad altri di compierne altre.” “
“Questa costitutiva dimensione di potere della tecnologia – ha detto Papa Francesco – include sempre in una maniera più o meno esplicita la visione del mondo di chi l’ha realizzata e sviluppata. E questo vale anche per i programmi di intelligenza artificiale. Affinché questi ultimi siano strumenti per la construzione del bene e di un domani migliore, devono essere sempre ordinati al bene di ogni essere umano, devono avere un’inspirazione etica. La decisione etica, infatti, è quella che tiene conto non solo degli esiti di un’azione, ma anche dei valori in gioco e dei doveri che da questi valori derivano. Per questo ho salutato con favore la firma a Roma nel 2020 della Rome Call of Politics.”
“È il suo sostegno – ha spiegato il Pontefice – a quella forma di moderazione etica degli algoritmi e dei programmi di intelligenza artificiale che io ho chiamato algoretica. In un contesto plurale e globale in cui si mostrano anche sensibilità diverse e gerarchie plurali nelle scale dei valori, sembrerebbe difficile trovare un’unica gerarchia di valori. Ma nell’analisi etica possiamo ricorrere anche a altri tipi di strumenti.”
“Se facciamo fatica a definire un solo insieme di valori globali, possiamo però – ha indicato – trovare dei principi condivisti con cui affrontare e sciogliere eventuali dillemmi o conflitti”
“Su questo c’è bisogno di una politica. Non possiamo nascondere -ha detto il Santo Padre – il rischio concreto, poiché insito nel suo meccanismo fondamentale che l’intelligenza artificiale limiti la visione del mondo a realtà esprimibili in numeri racchiusi in categorie pre-confezionate, interrompendo il rapporto e l’apporto di altre forme di verità, imponendo modelli antropologici, socio-economici e culturali uniformi. Il paradigma tecnologico incarnato dall’intelligenza artificiale, rischiano di fare spazio a un paradigma ben più pericoloso che ho già identificato col nome del paradigma democratico. Ed è proprio qui che è urgente l’azione vostra, l’azione politica, come ricorda l’enciclica Fratelli tutti.”
“Certamente – ha rilevato Papa Francesco – per molti la politica oggi è una brutta parola e non si può ignorare che dietro questo fatto ci sono spesso degli errori, la corruzione, inefficienza di alcuni politici, non dei tutti, alcuni. A ciò’ si aggiungono le strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con l’economia o a dominarla con qualche ideologia.” “E tuttavia può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza buona politica?” – domandato, rispondendo: “La nostra risposta a queste ultime domande è no. La politica serve. Mi viene in mente quello che un Papa ha detto sulla politica. È la forma più alta della carità, è la forma più alta dell’amore. La politica serve. Voglio ribadire in questa occasione che davanti a tante forme di politica, meschine e tese all’interesse immediato, la grandezza politica si mostra quando in momenti difficili si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune e a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di nazione e ancora di più in un progetto comune per l’umanità presente e futura. Sempre c’è la tentazione di uniformare tutto.”
“Gentile Signore, illustri i Signori, questa mia riflessione sugli effetti dell’intelligenza artificiale sul futuro dell’umanità, ci conduce – ha concluso Papa Francesco – alla considerazione dell’importanza della sana politica per guardare con speranza e fiducia al nostro avvenire. Come già detto altrove, la società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si risolvono con rattoppi o soluzioni veloci, meramente occasionali. Dobbiamo andare alle radici. Ci sono cose che devono essere cambiate con reimposizione di fondo e transformazioni importanti. Solo una sana politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal modo un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune, può aprire la strada a opportunità differenti che non implicano di fermare anche la creatività umana nell’intelligenza artificiale e il suo sogno di progreso, ma piuttosto di incanalare tale energia in un mondo nuovo. Questo è proprio il caso dell’intelligenza artificiale. Spetta ad ognuno farne buon uso e spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttoso.”