NAPOLI – Per delega del Procuratore della Repubblica f.f., si comunica che Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, con il supporto del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale partenopeo, con il quale, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli, è stata
disposta la misura degli arresti domiciliari nei confronti di tre persone e l’obbligo di presentazione alla p.g. nei confronti di altre tre persone, tutte gravemente indiziate di essere partecipi, a vario titolo, di un più ampio gruppo attivo sul territorio nazionale, dedito alla commissione di numerose frodi informatiche e alla clonazione di strumenti elettronici di pagamento e titoli di accesso. Con il medesimo provvedimento è stato altresì disposto, nei confronti degli indagati, il sequestro preventivo – anche per equivalente – di disponibilità finanziarie e beni del valore di circa 250.000,00 euro, quale profitto del reato. Le indagini hanno avuto inizio nel gennaio 2020, a seguito del sequestro di alcuni titoli di accesso, contraffatti, per un incontro di calcio tenutosi nello stadio Olimpico di Roma e, successivamente, degli smartphone delle persone ipotizzate quali responsabili della commercializzazione dei biglietti. Dall’esame degli apparecchi emergevano, in particolare, numerose chat indizianti l’esistenza di una più vasta rete, radicata nella provincia di Napoli, dedita alla commissione di frodi informatiche. I successivi approfondimenti condotti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma hanno permesso di tracciare circa 40 episodi di truffa perpetrati dagli indagati nei confronti di ignari clienti di istituti di credito. Attraverso evoluti sistemi di clonazione delle carte di credito e delle credenziali per i servizi di internet banking, in particolare, i truffatori si sostituivano al legittimo titolare del rapporto finanziario, trasferendo rapidamente le somme depositate in conti correnti intestati a prestanome. Il denaro così sottratto veniva poi prelevato in contante ovvero frazionato e inviato – mediante ulteriori bonifici anche di importo non significativo – su numerosi altri conti correnti. Per attuare le frodi, si accertava che gli indagati in primo luogo acquisivano sul dark web informazioni sulle banche presso cui le vittime erano intestatarie di conti correnti. Successivamente, gli stessi sottraevano alle vittime le informazioni utili a garantirsi l’accesso al loro conto attraverso una telefonata o SMS originati da un numero apparentemente riconducibile all’istituto di credito, segnalando presunte movimentazioni anomale registrate sugli stessi. Infine, le somme illecitamente sottratte venivano prelevate in contanti da soggetti incaricati della “monetizzazione”, i quali a riscontro inviavano agli ideatori della truffa il filmato dell’avvenuta operazione. L’utilizzo dei proventi illecitamente acquisiti venivano poi utilizzati per pagare soggiorni in hotel, residenze di lusso e per l’acquisto di beni preziosi, tra cui orologi di lusso e dispositivi elettronici di ultima tecnologia. L’attività d’indagine – diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli – è stata indirizzata dunque a salvaguardare, da un lato, l’integrità dei circuiti di pagamento e della rete internet e, dall’altro, a tutelare i risparmiatori, soprattutto le fasce più deboli, dall’indebita sottrazione di risorse finanziarie dai propri conti correnti. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.