A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Matteo Gianello, ex portiere, fra le tante, di Napoli e Verona. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Ieri il Napoli ha ottenuto una vittoria convincente, restando in scia dell’Inter: crede ancora nello scudetto?
“La matematica dice che è ancora possibile, e mancano tante partite. L’Inter è una corazzata, ma è giusto che il Napoli ci creda e che lotti fino alla fine. Quella di ieri è stata la dimostrazione che anche contro squadre che lottano per altri obiettivi, e quindi sempre insidiose, il Napoli c’è. Non c’è stato il consueto calo nel secondo tempo, anzi: il Napoli ha consacrato e ampliato il vantaggio sulla squadra ospite. A proposito dei cali nella ripresa, sicuramente non penso ad una mancanza di motivazione, soprattutto vedendo il campionato che stanno facendo. Conoscendo Conte, so che non giustificherebbe mai certi cali. Possono essere dovuti a tante cose. Il campionato italiano è particolare: nel secondo tempo può succedere che la squadra avversaria spinga di più, e quindi sembra che il Napoli soffra. Ogni partita è diversa, ma la classifica dice che il Napoli è ancora lì. Anche quando la prestazione è stata un po’ opaca, la squadra ha dimostrato di esserci e di voler provare fino all’ultimo a vincere lo scudetto.”
Ieri sera Juan Jesus, che ha sostituito egregiamente Buongiorno, è uscito mimando il gesto dello strappo. Questo potrebbe significare che la sua stagione sia finita. Possiamo dire che è stata la sua miglior stagione da quando è al Napoli?
“Sì, quest’anno Juan Jesus è tornato ai livelli che conoscevamo. Nelle ultime stagioni era stato un po’ altalenante, ma quest’anno ha fatto vedere ottime prestazioni. Mi dispiace che si sia fatto male, perché nel rush finale c’è bisogno di tutti. Anche se il Napoli ha preparato bene ogni partita, grazie anche alla mancanza delle coppe, è fondamentale avere tutti a disposizione. Come ha sostituito bene Buongiorno, sono sicuro che Conte troverà delle soluzioni anche per quest’assenza.”
Guardando al calendario, il 20 aprile l’Inter sarà di scena al Dall’Ara contro il Bologna, mentre il Napoli giocherà a Monza. Potrebbe essere questa la giornata in cui il Napoli rosicchia qualche punto ai nerazzurri?
“Sulla carta sì. Speriamo che Bologna sia ancora fatale all’Inter, come tre anni fa, quando sconfisse l’Inter 2-1 nel recupero e poi lo scudetto andò al Milan. Il Monza, però, nonostante non sia retrocesso matematicamente, vorrà onorare la maglia e non sarà facile. Se il Napoli affronta la partita come ha fatto ieri, sicuramente otterrà un risultato positivo. L’Inter, contro il Bologna, affronterà una squadra che sta lottando per i primi quattro posti. Sarà una partita complicata. E poi, la settimana successiva, l’Inter avrà un’altra gara difficile in casa contro la Roma, mentre il Napoli ospiterà il Torino, una squadra coriacea, capace di dar fastidio anche alle grandi. Il Torino è una squadra fastidiosa, con una buona rosa e qualità. Non verrà a Napoli per fare da sparring partner. Sarà una partita vera, anche perché lo stadio sarà pieno. L’Inter ha due partite complicate, è vero, ma ha una rosa talmente ampia da poter reggere anche l’impegno in Champions contro il Bayern. Spero che un po’ di stanchezza si faccia sentire. Però il Napoli non deve guardare l’Inter: deve guardare al proprio cammino. Monza e Torino sono partite insidiose, soprattutto Torino, ma se vuoi vincere lo Scudetto, devi trasformare anche il Torino in una vittoria e non in un problema.”
A inizio stagione non era pronosticabile un Napoli a -3 dall’Inter con così poche giornate da giocare. Se dovesse indicare un nome, uno su tutti, che ha spinto di più la squadra verso questa cavalcata, quale sarebbe?
“Se posso, do due nomi. Il primo è Meret, perché è stato fondamentale anche quest’anno, in tante partite è stato decisivo ai fini del risultato. Poi, ovviamente, il Napoli è un collettivo. Conte non ama parlare dei singoli, ma del gruppo. Però un altro che ha spiccato è Anguissa: quest’anno ha confermato di essere un giocatore di un altro livello. Ha cambiato un po’ ruolo, è stato determinante in diverse partite, cambia il ritmo e gli equilibri. Poi ci sono anche altri, ma se devo scegliere, Meret ed Anguissa sono quelli che hanno avuto più continuità.”
Ha introdotto il tema Meret. Si parla da mesi del suo rinnovo, ma il contratto scade a fine stagione. Secondo lei si farà o c’è il rischio di un caso simile a quello di Kvaratskhelia?
“Io spero che il matrimonio si faccia. Però c’è anche il rischio che, se Meret continua a offrire prestazioni così, e a fine campionato non arriva una fumata bianca, il giocatore e il procuratore possano guardarsi intorno. Sono convinto che lui voglia restare, ha dato tanto a Napoli, e nonostante le critiche ama questa città. E credo che Napoli ami lui. I tifosi hanno opinioni diverse, è normale, ma penso che Meret darà priorità a Napoli, ovviamente alle sue condizioni. Se non dovesse andare così, valuterà altre soluzioni. Ma sono convinto che il matrimonio si farà. Entrambe le parti lo vogliono. Poi, come sappiamo, i contratti possono saltare da un momento all’altro. Ma adesso vedo Meret concentrato e deciso a chiudere bene la stagione.”
Le prestazioni di Romelu Lukaku sono state altalenanti, ma quando è al top fa la differenza. Forse il problema è stato prenderlo troppo tardi, a stagione già iniziata?
“Può essere. Ha un fisico imponente, ha bisogno di allenarsi sempre e di essere al top. Le sue prestazioni sono state altalenanti, anche se ha dimostrato di avere qualità. Lo conoscevamo già, ma quest’anno ha avuto alti e bassi. Forse è stato preso tardi, ma non penso che questa sia la causa principale delle difficoltà avute dall’attaccante.”
