Tutti conoscono Anne Frank e la storia della sua lunghissima clandestinità, nell’alloggio segreto creato nell’azienda del padre Otto per sfuggire alle deportazioni, raccontata dalle pagine del suo diario di adolescente. Ma pochi conoscono la storia della sua grande amicizia con Hanneli Goslar, chiamata Lies con cui visse la stessa condizione: due ragazze tedesche costrette a fuggire dal paese natio ad Amsterdam nel 1933 a causa del inizio delle persecuzioni naziste. Anne e Hanneli si incontrarono per la prima volta in un negozio alimentare nel 1934 e si ritrovarono qualche giorno dopo nello stesso asilo. Da allora non si lasciarono più e anche i genitori strinsero una profonda amicizia. Hanneli era nata a Berlino nel 1928 dal giornalista e vice ministro degli affari esteri della repubblica di Weimar Hans Goslar e dall’insegnante Ruth Judith Klee. Con la vittoria alle elezioni di Hitler Hans fu costretto a porre fine alla sua carriera politica e alla vita che fino allora aveva conosciuto emigrando nella cosiddetta fuga dei cervelli tedeschi con la famiglia ad Amsterdam. Qui la vita riprese e si intensificò l’amicizia con i Frank, anche essi esuli in terra straniera. Ma il 10 Maggio 1940 i bei tempi finirono, la Germania invase i Paesi Bassi che si era riproposta di rimanere neutrale come durante la prima guerra mondiale. Cinque giorni dopo la famiglia reale e il governo sono al sicuro in Inghilterra mentre la popolazione è sotto l’occupazione tedesca. Un’occupazione che attua i primi provvedimenti antisemiti procedendo a ritmo accelerato dopo. Un ritmo che portò al censimento prima e alla deportazione in seguito di tutta la popolazione ebraica olandese. Infatti alla fine della guerra i tre quarti degli ebrei che vivevano nel territorio al momento dell’occupazione erano morti. La meticolosità nazista si vide anche nel sequestro dei beni ebraici che venne condotta con la stessa precisione dello sterminio dei suoi proprietari. L’ Olanda fu il territorio occupato più saccheggiato di tutta Europa. Con l’’occupazione Anne e Hanneli dovettero frequentare il liceo ebraico, ma nonostante le misure sempre più ristrettive dell’occupante tedesco continuarono a vivere e a sognare come due semplici adolescenti per quanto fosse possibile. I rastrellamenti iniziarono nell’estate del 1942 , il 6 Luglio i Frank erano già al sicuro nell’alloggio segreto e Hanneli credette che l’amica fosse fuggita in Svizzera dove si erano rifugiati i parenti di Otto Frank. Otto Frank consapevole della persecuzione nazista già da tempo aveva programmato di nascondersi vista l’impossibilità di fuggire in Europa quasi tutta sotto il dominio tedesco. Sempre nello stesso anno la madre di Hanneli morì di parto con il neonato nato morto. I Goslar furono arrestati e deportati con i nonni materni nel 1943 nel campo di transito di Westerbork e in seguito nel campo di concentramento di Bergen-Belsen in una zona privilegiata scambio prigionieri perché in possesso di passaporti palestinesi. Qui Hanneli rincontrò la sua migliore amica già segnata dalla sofferenza “Quando la rividi nel campo di concentramento provai sentimenti contrastanti. Ero felice di rivederla ma al tempo stesso triste. Speravo si fosse salvata scappando in Svizzera. Solo dopo la fine della guerra, seppi della morte di Anna. Ero ancora ricoverata in ospedale quando ricevetti la visita di Otto Frank. Fu lui a dirmi che entrambe le sue figlie non erano sopravvissute”. Anne morì insieme alla sorella Margot di tifo e malnutrizione, poco tempo dopo il campo venne liberato, invece Hanneli si salvò insieme alla sorellina Gabi, uniche superstiti della propria famiglia. Hanneli emigrò in seguito in Palestina, si sposò, ebbe figli e divenne infermeria realizzando il sogno che tante volte aveva confidato ad Anne. E anche Anne aveva realizzato il suo: quello di essere una scrittrice famosa e di dare il suo contributo per cambiare il mondo nonostante non gli hanno permesso di viverlo in prima persona. Anne e Hanneli volevano scoprire insieme il grande mondo e molto probabilmente quella promessa si sarebbe avverata se un Orco spaventoso non gli avesse tolto loro il futuro a cui erano destinate. Molto probabilmente se non ci fosse stato Hitler sarebbero vissute nel paese dove i genitori erano nati e cresciuti e Anne sarebbe diventata una grande giornalista. Negli occhi di Anne non si sarebbe spenta la speranza per l’avvenire e l’Europa non sarebbe stata un cimitero di infinite vite spezzate.