Giovanni Allocca, figlio d’arte, diplomato all’ Accademia d’ Arte drammatica del Teatro Bellini di Napoli diretto da Tato Russo, col quale lavora giovanissimo. Vanta collaborazioni con i più grandi caratteristi del teatro napoletano. Dal padre Antonio Allocca a Giacomo Rizzo, da Olimpia Di Maio a Carlo Croccolo.
Ha lavorato con Gigi Savoia, Carlo Buccirosso, Maurizio Casagrande, Gianfelice Imparato, Lunetta Savino, Eduardo Tartaglia e Nunzia Schiano.
Dal 2005 al 2019 ha fatto parte della compagnia di teatro di Luca De Filippo.
E’ stato diretto tra teatro e cinema da Francesco Rosi, Marco Tullio Giordana, dallo stesso De Filippo, Armando Pugliese, Bruno Colella, Stefano Sollima, Alessandro D’ Alatri, Giampaolo Tescari. Ha collaborato con Nicola Piovani.
In tv lo ricordiamo in Gomorra la serie nel ruolo di ‘o zingaro’ e ha partecipato al Sindaco Pescatore con Sergio Castellitto, il commissario Ricciardi con Lino Guanciale nel ruolo di Cesarano, Mina Settembre e Uanderbois con Serena Rossi e ” tutto per mio figlio ” con Giuseppe Zeno. Al cinema nel film di Mario Martone con Toni Servillo.
Quali sono stati i suoi primi passi nel mondo della recitazione?
<< Entrai a far parte di una compagnia amatoriale dove tra gli altri c’erano Massimo De Matteo, Angela De Matteo, Peppe Miale, Giovanni Esposito e debuttai in Miseria e Nobiltà. Poi da lì con mio padre piccole comparsate e poi decisi di frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di Napoli diretta da Tato Russo >>
Lei è il figlio dell’indimenticabile attore Antonio Allocca: ha mai sentito la pressione di dover seguire le orme di suo padre?
<< No. Io non volevo fare l’attore. Mi piaceva più andare a teatro ad applaudire. Quindi non ho mai sentito la pressione >>
Quali sono stati i suoi  insegnamenti artistici e in che modo, oggi, sono presenti nel suo mestiere di attore?
<< La cosa che più ho apprezzato e metto in pratica nella mia carriera è quella di non esagerare, di togliere piuttosto che aggiungere. La misura, come diceva il grande Luca De Filippo >>
Qual è il suo ricordo più bello legato al suo percorso artistico?
Ce ne sono tanti. Sicuramente ci sono state ovazioni agli applausi finali, attestati di stima indelebili. Il ricordo di una sostituzione del protagonista che feci in due ore. Forse gli applausi del pubblico sono le cose che più ti restano dentro>>
Quali ruoli o progetti l’hanno particolarmente segnato nella sua carriera?
<< Ci sono ruoli che non dimenticherò mai, come quello del disabile nello spettacolo ‘L’ultimo pezzo di cotone di zucchero’ spettacolo sull’ Alzheimer.
I primi ruoli comici. Peppe o cric in Napoli Milionaria con Luca per la regia di
Rosi >>
Come sceglie i suoi progetti e i ruoli da interpretare?
<< In base all’efficacia e all’incisività del ruolo. Il pubblico si deve ricordare di me. Lo spessore del personaggio deve essere importantissimo >>
Come affronta le sfide e le difficoltà nel suo lavoro?
<< Superando le crisi. Ogni crisi corrisponde ad uno scoglio da superare e mica è sempre facile. Ci sono giorni in cui sono taciturno, dove rifletto, provo, mi arrabbio. Sempre qualcosa esce >>

Cosa spera di trasmettere al pubblico attraverso le sue performance?

<< Tanto buonumore. Ma anche sorprenderli con una comicità non banale >>
Come si relaziona con i social media? Che impatto hanno sulla sua carriera?
<< I social intesi come fb o instagram o altro hanno un impatto normale sulla mia carriera. Spesso li uso pochissimo ed invece mi sto convincendo che oggi, ahimè, sono fondamentali >>
Ha qualche progetto imminente di cui può parlarci?
<< Sto provando la nuova commedia di Ciro Ceruti che debutta ad Arzano a novembre, mentre per tutte le feste di Natale, fino al 12 gennaio al Teatro Totò di Napoli. Poi proverò il nuovo spettacolo di Paolo Caiazzo dal titolo ‘I promessi suoceri’. Debuttero’ a fine gennaio e per tutto febbraio con Enzo Varone e Yulia Mayarchuck in ‘Che facciamo piangiamo?’ insomma ho da fare >>
Ci saluta con un suo motto?
<< Guagliù’ divertiamoci, pe’ chiagnere ce sta tiempo! >>