di Gianni Lepre*

L’intelligenza artificiale pervaderà le nostre attività future ma ha già applicazioni nel presente. Perfino in un terreno delicato per i suoi risvolti economici e sociali come il fisco. La grande novità degli ultimi tempi si chiama Prodigit, strumento che può rivoluzionare la giustizia tributaria: una banca dati consultabile da ogni cittadino contenente l’intera giurisprudenza di merito nazionale. Il vantaggio sta nella possibilità di confrontare con una certa facilità la propria condizione con fattispecie analoghe trattate in passato e verificare, ad esempio, se si ha una ragionevole probabilità di vincere un contenzioso fiscale o se è meglio rassegnarsi a pagare il dovuto.

La digitalizzazione di provvedimenti e sentenze, ovviamente, non nasce certo ora. Il ‘prodigio’ del nuovo strumento promosso dal Ministero dell’Economia e dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria sta nell’azione di un software-robot che predice l’esito di eventuali ricorsi, anticipando di fatto l’intervento del giudice pur senza pretendere di sostituirlo.

Il contribuente può comunque ritenere di far valere le sue ragioni nel giudizio vero e proprio, ma in tantissimi casi sarà indotto a proseguire o a fare un passo indietro, a seconda della valutazione effettuata dal robot. Se ci si convince di una sconfitta, si evita di sprecare tempo e denaro, tra spese documentali e processuali. Il beneficio sarà anche per l’amministrazione, che potrà vedere ridursi sensibilmente il contenzioso, migliorando efficacia e produttività dei suoi organi giudicanti grazie al minor carico di vertenze rimaste sul tappeto.

Al di là di Prodigit e delle promettenti prospettive offerte dall’ultima frontiera digitale, resta in ogni caso da fronteggiare la grave emergenza originata dalla crisi. In tal senso, più dei robot a fare miracoli dev’essere il buonsenso. Mai come in questo periodo, la pace fiscale va posta al centro delle politiche governative. Bisogna ridurre l’impatto delle tensioni sociali e, allo scopo, possono giovare misure come l’azzeramento delle controversie per importi di minori dimensioni e l’ulteriore proroga delle scadenze dei pagamenti. Alla pandemia si sono aggiunti infatti i danni prodotti dalla guerra in Ucraina e dal caro materie prime ed energia. Lo Stato faccia il possibile per essere al fianco di imprese e operatori economici, anche in termini di tolleranza fiscale, per evitare di dover poi registrare una falcidie di chiusure di esercizi e di licenziamenti. Ogni cosa a suo tempo. Poi, a tempesta passata, Prodigit potrà pure dominare la scena.

* Economista – Presidente Commissione Reti e Distretti Produttivi ODCEC Napoli

9 pensiero su “Giustizia tributaria: bene Prodigit ancora meglio il buonsenso”

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