Hackeraggi e dossieraggi, così si pensa di sovvertire la realtà e l’ordine democratico dello Stato e delle professioni. E’ quello che sta accadendo, e vittime non sono soltanto personalità politiche o economiche di spicco, ma anche gente che magari non centra nulla e viene clonata, hackerata e posta al centro di fake da brividi ad uso depistaggio.
Un classico nella storia italiana recente e passata. “Abbiamo in mano la banca dati dello Stato: non ci scopriranno”, sostenevano gli autori di questa velenosa ingerenza nel cuore della democrazia, arrivando a spiare e clonare la mail di Sergio Mattarella. Incredibile, se consideriamo che Mattarella in Italia non ha certo le funzioni di Biden negli USA.
Poi arriva l’intercettazione madre, con l’hacker che rivela: “Ho in squadra i manutentori del Ced nazionale”. Caspita, questo personaggio può contare sull’infedeltà di chi è preposto alla manutenzione del mainframe. “Possiamo sputtanare tutta l’Italia” si gloriano gli artefici di questa sorta di dossieraggi che sta colpendo in maniera molto bipartisan la politica e le istituzioni.
Spuntano anche dati rubati a personaggi di nazionalità russa nell’inchiesta della DDA di Milano, Samuele Calamucci, hacker del gruppo, intercettato parla di un “report” su un “famoso oligarca russo” e in altri passaggi i pm scrivono che si è cercato di accertare l’identità del russo e l’unico elemento è “una vicenda che vede coinvolti dei cittadini russi-kazaki (Victor Kharitonin e Alexandrovich Toporov)” e “la costruzione di un hotel a Cortina d’Ampezzo e la gestione di svariati resort di lusso”, così come riportato dall’ANSA .
Per quello che ne sappiamo, si tratta di un enorme e ambizioso mercato di informazioni personali e soprattutto riservate acquisite in modo palesemente illecito da banche dati strategiche per l’Italia. Responsabili di questo sarebbero ex appartenenti o appartenenti a polizia e Gdf, tecnici informatici e hacker per essere rivendute a clienti nel mercato dell’imprenditoria, e non solo.