NAPOLI – Conosciamo tutti Dracula di Bram Stoker e il personaggio storico che ha ispirato il libro e il celebre vampiro nato dalla penna dello scrittore irlandese: si tratta di Vlad III Tepes, Voivoda di Valacchia vissuto tra il 1431 e 1477. Figura controversa: eroe nazionale della resistenza contro lo straniero,  difensore della cristianità e cavaliere dell’ordine del Drago istituito dall’ imperatore Sigismondo per difendere il continente dagli ottomani miscredenti  per la Romania e tiranno sanguinario famoso per la macabra pratica di impalare i suoi nemici  per l’occidente, da qui il terribile soprannome di Impalatore.  Leggenda avvolta nel mistero anche nella morte, ignota è infatti la modalità del decesso e il luogo di sepoltura. Tante le ipotesi e pochissime le prove storicamente concrete riguardanti il noto sovrano romeno. Da un’enigmatica e non comprovata ipotesi Dracula potrebbe essere stato sepolto a Napoli nel sepolcro della famiglia Ferrillo posto all’interno del piccolo chiostro del suggestivo complesso francescano di Santa Maria La Nova. Secondo la leggenda le sue spoglie furono recuperate da colei che viene identificata come la figlia del Voivoda, la misteriosa Maria Balsa che sposo il nobile partenopeo  Ferrillo, la cui famiglia apparteneva allo stesso ordine cavalleresco di Vlad: quello del Dragone, fatti confermati dalle ricerche avvenute nel 2014. “Le ricerche che hanno avuto inizio nel 2014 ci hanno consentito- spiega il Professor Giuseppe Reale, direttore del complesso monumentale di Santa Maria La Nova- di tracciare rapporti molto stretti tra la sponda balcanica, quella adriatica italiana e in generale il Regno di Napoli. Quando la storia ci dice che Vlad Tepes muore nel corso di un’importante battaglia contro gli ottomani in realtà nessuno ha mai trovato il luogo di sepoltura. Sì narra che sia stata presa la sua testa e portata al sultano a Costantinopoli, ma neanche lì è stata trovata una tomba e neanche a Snagov vicino Bucarest dove tradizionalmente si dice che questa tomba vi sia sono stati trovati dei resti umani. Vi sono dei resti, ma di un cavallo; quindi Santa Maria La Nova , Acerenza nei pressi di Bari, Snagov e Istambul sono i luoghi dove questa ricerca storica per una serie di motivi va ad identificare delle ipotetiche sepolture. Perché Santa Maria la Nova è tra queste ipotesi? Perché la città medioevale era governata territorialmente da dei Sedili, nome riferito a luoghi assembleari dove alcune famiglie aristocratiche avevano un diritto di Seduta. A questo diritto di Seduta si accompagnava anche un diritto di sepoltura all’interno di questi spazi monumentali. La famiglia Ferrillo era esattamente una di queste famiglie che vantava tale diritto e perché è importante? Perché Matteo Ferrillo era un grande dignitario di corte, suo figlio Giacomo Alfonso sposa una giovinetta, una tale Maria Balsa che le cronache del 500 presentano come un’orfana che viene accolta a corte. Il grande dubbio è perché un’orfana venga accolta a corte senza che si dica e si sappia il nome del padre della giovane e perché vada in sposa al figlio di Matteo Ferrillo. La loro memoria è affrescata e ricordata in una cripta proprio nella citata cattedrale di Acerenza dove anche lì come a Santa Maria La Nova il simbolo del Dragone ricorre in molti ambienti. Maria è una figura di raccordo perché la si racconta come una bambina che arriva a Napoli accompagnata da Costantino Castriota Scanderberg , anche lui in fuga sotto la pressione ottomana. Nella tomba che custodiamo nel chiostro di San Giacomo si vede in alto a destra che ricorre l’indicazione di Maria. Indicazione  che non è un atto di culto perché non ce scritto  Santa Maria, ma semplicemente Maria, Siamo dinanzi a una serie di segni che la storia ci mette davanti e che noi cerchiamo di assemblare. Partiamo da questo vuoto di tombe e alcune di queste tracce portano a Santa Maria La Nova. Quindi un’ipotesi è che Vlad sia stato sepolto in un luogo sconosciuto, una seconda ipotesi è che la testa almeno sia stata portata a Costantinopoli. Una terza ipotesti è che secondo la tradizione liturgica funebre degli ortodossi dopo sette anni dal disseppellimento di un corpo le spoglie dovessero ritrovare ricongiungimento con i propri familiari, da questa tradizione si ipotizza che magari defunto Maria Balsa l’abbia potuto riportare in una tomba di famiglia, ad Acerenza o a Santa Maria la Nova è un punto di domanda. Noi oggi siamo in grado di identificare il luogo dove il monumento funebre che è nel chiostro qui a Santa Maria era inizialmente collocato, un luogo che non abbiamo ancora ispezionato e che ispezioneremo con calma anche con l’ausilio di una ripresa video per documentare quello che scopriremo o quello che non scopriremo sperando di trovare delle tracce importanti. Dico pure che all’interno di questa chiesa che non possiamo rivelare ancora abbiamo ritrovato un’iscrizione a parete in una lingua  al momento  sconosciuta o forse una somma di alfabeti, indagine già avvenuta che è ora nella fase d’interpretazione. Tentativo d’interpretazione per cui un gruppo di giovani esperti si sta impegnando da alcuni anni attraverso l’utilizzo della strumentazione computerizzata per comprenderne il senso più profondo! Certamente  probabile è che vi era un legame molto speciale tra tutte quelle famiglie che si iscrivevano nei cavalieri dell’ordine del dragone, ordine che aveva la funzione di accoglienza, difesa e assistenza verso quella aristocrazia in fuga dai territori che subivano la  pressione Ottomana!”.  Quali altri segreti svelerà il monumento funebre che si crede essere la tomba di Dracula?