Nell’arte sacra, uno dei gesti più riconoscibili e diffusi è quello della mano con le ultime due dita ripiegate, spesso interpretato come un segno di benedizione. Tuttavia, questa interpretazione, pur comune, non è corretta se consideriamo il gesto nel suo contesto storico e culturale. Se osserviamo più da vicino, scopriremo che questo gesto ha origini molto più antiche e significati diversi rispetto alla tradizione cristiana che lo associa alla benedizione, anche se questo simbolismo è arrivato con il tempo, in quanto anche in essa in origine era diverso.
In realtà, il gesto della mano con le due ultime dita piegate è un antico simbolo che risale a pratiche precedenti al cristianesimo. In molti casi, non era utilizzato esclusivamente in ambito religioso, ma anche in contesti più quotidiani e mondani, spesso con un significato legato alla comunicazione verbale. Il gesto, infatti, simboleggiava che quella persona stava parlando o stava pronunciando parole significative. Questo uso era frequente anche in contesti politici e sociali, dove un leader o un oratore poteva utilizzare il gesto per enfatizzare la sua parola.
Un esempio emblematico di questo gesto nel contesto storico è la placca di Agilulfo (591 -616 d.C). Nella raffigurazione su questa placca, Agilulfo viene rappresentato con la mano in una posizione che, a prima vista, potrebbe sembrare un segno di benedizione. Tuttavia, studiando l’iconografia, è evidente che il gesto ha un significato molto più legato al discorso e alla comunicazione. Questo esempio dimostra come l’arte, purtroppo, possa essere interpretata erroneamente se non si considera il contesto storico e culturale in cui essa nasce.
Nel mondo antico, il gesto della mano piegata era spesso utilizzato da oratori, imperatori e figure politiche per trasmettere autorità e credibilità nel discorso. La posizione della mano con le due dita ripiegate potrebbe essere vista come un modo per dare maggiore enfasi alle parole pronunciate, un mezzo per attrarre l’attenzione su ciò che veniva detto. Anche in epoca medievale, quando questo gesto venne adottato nella rappresentazione delle figure sacre, non perse completamente il suo legame con la comunicazione verbale. Per esempio, nelle immagini dei santi, non si trattava di un semplice segno di benedizione, ma di un atto che richiamava l’importanza della parola divina o dell’insegnamento.
In conclusione, il gesto della mano con le ultime due dita piegate, spesso erroneamente interpretato come un semplice segno di benedizione, è in realtà un simbolo con radici molto più profonde, che affondano nella cultura e nella comunicazione del mondo antico. Nel contesto artistico medievale, esso rappresenta una pratica che si collega alla parola e al discorso, più che alla liturgia, e ci invita a considerare come l’arte e la religione possano trasformare e reinterpretare simboli e gesti nel corso dei secoli.