Presentati al convegno mondiale di Cardiologia di Chicago e a quello europeo di Milano i risultati promettenti di questo studio tutto napoletano del team di Cardiologia dell’Istituto dei tumori Pascale.
NAPOLI – Si candida ad essere un importante passo avanti nella lotta contro la cardiotossicità da chemioterapia lo studio che arriva da Napoli e porta la firma del team di Cardiologia oncologica del Pascale, diretto da Nicola Maurea. Una ricerca innovativa sull’uso combinato di Semaglutide, il farmaco per i diabetici tanto utilizzato tra le star di Hollywood per perdere peso, e di un altro antidiabetico, usato nell’insufficienza cardiaca, il Dapagliflozin, che potrebbe prevenire i danni cardiaci indotti dalle antracicline, una delle più potenti e diffuse famiglie di farmaci antitumorali, è stata presentata nei giorni scorsi in due tra i più prestigiosi palcoscenici scientifici mondiali: il congresso annuale dell’American College of Cardiology (ACC) a Chicago e il congresso europeo ESC Preventive Cardiology a Milano. <Le antracicline, – spiega Maurea, Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia del Pascale – seppur molto efficaci nel trattamento di diverse neoplasie, sono tristemente note per la loro cardiotossicità, che può evolvere in insufficienza cardiaca irreversibile, soprattutto nei pazienti con fattori di rischio cardiovascolari. I risultati di questo studio, tutto del Pascale, sono stati sorprendenti: la combinazione ha ridotto significativamente il danno cellulare indotto dalla doxorubicina e trastuzumab (in terapia sequenziale) , intervenendo su più vie molecolari coinvolte nel danno cardiaco>. Il mix dei due farmaci potrebbe rivelarsi uno strumento fondamentale in cardioncologia per prevenire la cardiotossicità indotta dalle antracicline e da farmaci biologici quali il trastuzumab, farmaci molto utilizzati ad esempio nella cura del cancro al seno. Si è notato, infatti, che la combinazione di questi due farmaci, agendo sulle vie complementari coinvolte nella cardiotossicità da chemioterapia, riduce l’infiammazione, lo stress ossidativo e la morte delle cellule cardiache, migliorando la bioenergetica del cuore. Il lavoro si inserisce nel più ampio contesto degli studi di cardioncologia condotti dall’Istituto dei tumori di Napoli, con l’obiettivo di trasferire rapidamente i risultati di laboratorio alla pratica clinica, specialmente nei pazienti oncologici ad alto rischio cardiovascolare. La presentazione della ricerca al congresso di Chicago rappresenta un riconoscimento di altissimo livello da parte della comunità scientifica internazionale. L’interesse è stato confermato anche al congresso ESC Preventive Cardiology di Milano, dove lo studio ha suscitato un vivace dibattito tra esperti di cardiologia preventiva e metabolica. Alla luce di questi risultati è già in corso al Pascale lo studio Protect in cui viene somministrato il Dapaglifozin a tutte le donne affette da cancro al seno, prima dell’inizio della chemioterapia e della terapia biologica. E anche qui i risultati sono più che soddisfacenti. <Il nostro gruppo di ricerca – continua Maurea – ha in programma di avviare studi clinici per confermare la sicurezza e l’efficacia anche della nuova combinazione farmacologica nei pazienti affetti da varie tipologie di neoplasie. Il nostro obiettivo è offrire un’opzione terapeutica concreta per prevenire lo scompenso cardiaco nei pazienti oncologici e contribuire a rendere le terapie antitumorali più sicure senza comprometterne l’efficacia>.