ROMA – Il Parco sommerso di Baia è il primo sito sommerso italiano a ricevere il riconoscimento UNESCO come “buona pratica” per la conservazione del patrimonio culturale subacqueo.
Nella riunione degli Stati Membri della Convenzione UNESCO 2001 per la protezione del patrimonio culturale subacqueo, tenuta nelle scorse settimane nella sede di Parigi, il sito italiano è stato riconosciuto tra le “buone pratiche” mondiali, come modello, non solo di tutela, ma anche di gestione e valorizzazione di un patrimonio così particolare come sono i resti sommersi di età romana conservati tra Baia e Pozzuoli.
La candidatura è stata coordinata dall’Ufficio UNESCO del Segretariato generale del Ministero della cultura, con l’importante supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nonché della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’UNESCO.
“Lo splendido risultato raggiunto – dichiara il Direttore generale Musei, Massimo Osanna – è frutto del lavoro svolto dal Parco archeologico dei Campi Flegrei e della proficua collaborazione con i numerosi operatori che svolgono quotidianamente attività nell’area accompagnando i visitatori alla scoperta di questo paesaggio unico al mondo”.
Il Parco archeologico dei Campi Flegrei, che dal 2016 gestisce il Parco sommerso di Baia, è impegnato in numerose attività di ricerca e conservazione, in particolare per studiare e preservare i numerosissimi mosaici che il sito conserva e che attirano sempre maggiore interesse da parte del pubblico.
“Il Parco sommerso di Baia è un formidabile palinsesto di memoria – afferma Fabio Pagano, direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei – una palestra di sperimentazione di metodi e tecniche, un luogo di valorizzazione integrata e innovativa, il teatro di un’esperienza unica per un pubblico sempre più vasto. Il riconoscimento UNESCO gratifica il nostro lavoro quotidiano, onora la storia di tutela, ricerca e valorizzazione condotta negli ultimi 20 anni e ci sprona ad andare avanti nel percorso tracciato”.