A decretarlo una classifica stilata da Newsweek. E a pochi giorni da questo riconoscimento, per l’Istituto dei tumori di Napoli, sempre dagli State, ne arriva un altro: secondo la Stanford University 11 oncologi dell’Irccs partenopeo sono tra i più influenti al mondo relativamente alla loro produzione scientifica. Il direttore generale Bianchi: <Doppio traguardo che premia il gioco di squadra>.
Al 47simo posto nel mondo e al sesto in Italia, primo in assoluto, e con grande distacco dalle altre strutture, nel sud Italia. Per il quarto anno consecutivo il Pascale entra nella classifica dei World’s Best Hospitals oncologici stilata ogni anno da Newsweek in base al tenore e all’aspettativa di vita, alle dimensioni della popolazione, al numero di ospedali e soprattutto alla disponibilità di dati relativi ad ogni aspetto del servizio ospedaliero. E rispetto all’anno scorso fa anche meglio scalando di quattro posti, sotto, ma di pochissimo solo a Milano e a Roma, confermandosi al quarantasettesimo posto (l’anno scorso era al 51simo) in una classifica in cui la fanno da padrone gli Stati Uniti.
Secondo i ricercatori e gli esperti di Newsweek, che dal 1933 riferisce sui progressi della medicina, della scienza e della ricerca mondiale, il Pascale entra nella rosa dei migliori ospedali oncologici (un primato che in Italia condivide soltanto con altre cinque strutture nei primi cinquanta posti e 10 in totale su una lista di 200 strutture) “per i suoi standard di assistenza eccellente”.
Il prestigioso riconoscimento arriva al Pascale a distanza di pochi giorni da un’altra classifica, quella stilata dalla Stanford University, selezione che si basa sui primi 100mila scienziati più influenti nel mondo relativamente alla loro produzione scientifica e tra questi 11 sono dell’Istituto dei tumori di Napoli. Clinici, chirurghi, radiologi, anatomopatologi, biologi. Ai nomi più famosi dell’oncologia mondiale come quello di Paolo Ascierto, Michelino De Laurentiis, Sandro Pignata e dell’immunologo Luigi Buonaguro, figurano anche quelli del chirurgo dell’addome Francesco Izzo, dell’anatomopatologo Gerardo Ferrara, dell’oncologo dei polmoni Alessandro Morabito e di ben quattro donne, l’oncologa ricercatrice Stefania Scala, le radiologhe Antonella Petrillo e Cinzia Granata, la biologa Maria Lina Tornesello.
La selezione è stata elaborata da un team di analisti della Stanford University utilizzando i dati bibliometrici estratti dal database Elsevier/Scopus e valutando, come indicatori, il numero di articoli e pubblicazioni scientifiche in cui il ricercatore è primo o ultimo autore, nonché i dati relativi all’impatto delle stesse in termini di citazioni complessive ricevute.
La classifica ha preso in considerazione 22 differenti discipline e 176 sub-discipline scientifiche.
Gli 11 professionisti del Pascale sono citati per la loro attività di ricerca nel contesto della oncologia, con caratterizzazione poi in specifici settori che vanno dalla Immunologia alla Patologia, dalla Virologia alla Biologia Molecolare, in base alle specifiche competenze.
“Un doppio traguardo – dice il direttore generale del polo oncologico, Attilio Bianchi – raggiunto grazie alla sapiente regia del nostro direttore scientifico, Alfredo Budillon, al coinvolgimento di diverse figure, come l’oncologo medico, il chirurgo, il patologo dedicato, il radioterapista, un componente dell’area scientifica o di ricerca, lo psicologo, il logoterapista. E grazie alla grandissima attenzione e sensibilità manifestate da sempre dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Prova che dove, e quando, c’è sinergia, il risultato finale è sempre maggiore della somma dei singoli componenti. Un traguardo che ci impone di continuare con sempre maggiore impegno “.