Nel marzo del 2009 l’allora premier Silvio Berlusconi premette un bottone rosso, inaugurando così l’attività del termovalorizzatore di Acerra. Con lo sblocco definitivo dell’impianto, Berlusconi aveva posto fine all’emergenza rifiuti a Napoli. Da allora non è stato completato il ciclo, siamo in attesa degli impianti di compostaggio e di concludere la dipendenza da strutture dislocate in altre parti d’Italia oppure all’estero. Ma, quanto meno, non c’è più quello scempio quotidiano per l’immagine della città: i cumuli di immondizia a piazza Plebiscito o a piazza Municipio erano diventati la norma, mentre i politici locali assistevano inerti e si palleggiavano le responsabilità. Il turismo si era dissolto, Napoli era diventata un simbolo di commistione tra degrado ambientale e sociale, ‘monnezza’, micro criminalità, camorra. Silvio Berlusconi è stato un grande imprenditore. Si può discutere sul piano politico, per quello che non è riuscito a realizzare rispetto agli impegni e alle promesse di liberalizzazione e di riforme assunti con la sua discesa in campo. Forse la preoccupazione di non ledere interessi di business del suo gruppo, forse quella di non scontentare amici di una coalizione compatta sotto la sua guida ma eterogenea per vocazioni. Fatto sta che non tutte le ciambelle riuscirono col buco e, alla fine, da un insieme di contraddizioni maturò la fine della sua leadership assoluta nel centrodestra. Ma che fosse un abilissimo risolutore di problemi, Berlusconi lo dimostrò in più occasioni. La spinta decisiva data all’avvio del termovalorizzatore di Acerra testimoniò concretamente l’attenzione e la grande simpatia con cui guardava a Napoli e ai napoletani. Di inceneritori si parlava da più di un decennio, mentre l’emergenza rifiuti si ingigantiva, ma lassismo dei governanti e integralismo degli ambientalisti si erano dati la mano per rimandare all’infinito qualsiasi tentativo di soluzione. Poi di colpo intervenne Silvio. Riunì in più occasioni il governo a piazza Plebiscito. In poche settimane, sentiti i vertici istituzionali del territorio e le forze sociali, assunse decisioni finora mai prese. Il via ad Acerra, innanzitutto. Fu allora che Napoli ricominciò a risalire dal fondo in cui era sprofondata. Successivamente, con l’amministrazione De Magistris, si riuscì solo a evitare di fare i passi indietro che avrebbero riportato la città in pieno marasma. Ma, senza l’intervento di Silvio, probabilmente, saremmo ancora in attesa dell’attivazione del termovalorizzatore. Un motivo in più per ricordarlo con rispetto e gratitudine.