NAPOLI – Pesa soltanto due chili e 400 grammi, misura 26 centimetri per 16, grazie a una comoda custodia è facile da portare. Con questo apparecchio, piccolo, ma potente assai, grazie a un generatore da 70 Kv, un tubo radiogeno grande quanto una moneta con macchia focale ad alta risoluzione, tutti gli ammalati oncologici dell’Istituto dei tumori di Napoli potranno da oggi usufruire del servizio di radiologia domiciliare. Anche quelli che risiedono in abitazioni difficili da raggiungerei dai classici portatili e a cui spesso era inibito un Servizio in vigore già da anni e che rientra nell’ambito del Progetto di Assistenza h 24 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. <Il progetto va avanti da molti anni – dice Antonella Petrillo, direttore della Struttura Complessa della Radiologia del Pascale – e in molti casi abbiamo riscontrato difficoltà a raggiungere le abitazioni dei pazienti con i classici portatili perché residenti in vecchie palazzine senza ascensore con rampe di scale molto strette come, per esempio, quelle dei Quartieri Spagnoli. Con l’acquisto di questo portatile ora tutti gli ammalati oncologici del nostro Istituto potranno usufruire di questo servizio a casa>. Fin troppo scontato parlare dei vantaggi dall’utilizzo del servizio di radiologia domiciliare. Vantaggi di tipo economico, sociale e relazionale. Fornire al paziente un servizio domiciliare di radiologia permette di prevenire e in alcuni casi evitare del tutto i costi inappropriati scaturiti dal rivolgersi a strutture private o facendo ricorso al pronto soccorso. I vantaggi di tipo psicologico ed emotivo, non quantificabili economicamente, hanno risvolti a volte anche diretti sulla malattia. Alcuni pazienti se mantenuti nel contesto familiare, mantengono o trovano l’equilibrio e la serenità utili per affrontare la malattia stessa. I pazienti in stato terminale molto spesso chiedono di tornare a casa, in questo caso costringerli a rimanere in reparto per poter effettuare gli esami programmati risulta essere un peso enorme per chi subisce la situazione e per i familiari. <L’idea – dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi – di supportare in maniera sempre più adeguata i complessi bisogni dei pazienti oncologici ci ha indirizzati verso questa scelta. È una opzione diagnostica che amplia la nostra offerta, tutta incentrata sulla centralità dei nostri pazienti>.