“Il Segretario Generale di una organizzazione sindacale dovrebbe assumere sempre comportamenti responsabili. Il contrario di quanto sta facendo il leader della Cgil Maurizio Landini. Se il suo invito alla rivolta sociale poteva essere spiegato con una di quelle frasi fuori posto che sfuggono in momenti di concitazione, anche se non sono mai giustificabili, avere ribadito il concetto a distanza di 24 ore dimostra assoluta indifferenza verso i possibili effetti dannosi della sua incredibile affermazione. Si tratta di un incitamento alla violenza, né più né meno, in un Paese che ha già conosciuto stagioni terribili segnate dal terrorismo rosso e nero”. Ad affermarlo è il Presidente di Unione Industriali Napoli, Costanzo Jannotti Pecci. “La condotta irresponsabile di Landini è ancora più incomprensibile, se si guarda alle cifre. Da anni l’occupazione a tempo indeterminato è in crescita, ma ad ogni manovra finanziaria Cgil e Uil proclamano scioperi generali. Anche quando, come è per la Legge di Bilancio presentata dal Governo e che Confindustria ritiene non soddisfacente perché poco attenta alle esigenze delle imprese, i due terzi della manovra servono per ridurre il cuneo fiscale dei lavoratori”. Jannotti Pecci sottolinea inoltre “una palese assurdità contenuta nelle richieste avanzate dalla Cgil: il blocco dei licenziamenti. Una misura che ingessa l’attività delle imprese in presenza di casi critici al proprio interno e che infatti non esiste in alcun Paese del mondo. A suo tempo, con il disaccordo della Commissione europea, fu varata solo dall’Italia, e temporaneamente, in epoca Covid. Quando fu rimosso il divieto, Landini e il suo collega Segretario della Uil Bombardieri, paventavano da un giorno all’altro la perdita di 700 mila-un milione di posti di lavoro. Non accadde niente del genere ma la storia non insegna nulla alla demagogia, e la richiesta torna a essere proposta. Possiamo sperare in rappresentanti sindacali che facciano il loro mestiere e non provino a improvvisarsi capipopolo estremisti?”