BRUXELLES – Le Borse europee reggono l’urto del nuovo inasprimento dei tadssi d’interesse voluto da BCE, ma salgono i bond e l’euro cola a picco. La Bce dunque ha deciso di alzare nuovamente i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale nonostante le turbolenze che stanno investendo le banche, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,50%, quello sui depositi al 3%, e quello sui prestiti marginali al 3,75%. Una mazzata enorme per famiglie e imprese, il cui accesso al credito è oramai una chimera. L’impennata dei tassi riguarda principalmente l’inflazione con l’obiettivo di farla rientrare al 2%, anche se questo significa l’azzeramento del potere d’acquisto e l’impoverimento di milioni di realtà produttive e famiglie. L’incidenza maggiore è ovviamente sui mutui, per i quali le banche già in tempi normali giocavano al gatto col topo, ma adesso, stando così le cose, il credito diventa praticamente un sogno, come sogni diventano anche acquistare una casa per esempio. Intanto da Mutuionline fanno sapere che “L’impatto sulle rate di un mutuo a tasso variabile in seguito a questo nuovo rialzo sul costo del denaro arriva a oltre il 6% in più. Rispetto a febbraio dello scorso anno la rata di un mutuo variabile da 140mila euro a 20 anni, è aumentata, fino a questo momento, del 25,3% (da 625 euro a 783 euro), e per un mutuo da 250mila a 30 anni è cresciuta del 43,7% (da 793 a 1.139 euro). Con l’ulteriore aumento la rata a 20 anni toccherà quota 819 euro e a 30 anni 1.212 euro, con un ulteriore aumento della rata rispettivamente del 4,6% e del 6,4% rispetto ad oggi. Interessante anche valutare l’impatto dell’aumento delle rate sul reddito medio di una famiglia italiana, pari a 33mila euro netti all’anno: se a febbraio 2022 la rata del mutuo a 20 anni pesava il 22% del reddito mensile, con l’aumento raggiungerà il 30% del reddito mensile. Ancora più alto l’aumento della rata del mutuo a 30 anni, che passa dal 20% al 40% del reddito mensile”.