ROMA – Naufragano le velleità di Vincenzo De Luca dei potersi candidare alla guida della Regione Campania per la terza volta. La Corte Costituzionale ha infatti deliberato l’incostituzionalità della legge regionale che il governatore campano aveva voluto ad uso ricandidatura e per bypassare lo scoglio del terzo mandato. Nel comunicato conclusivo gli ermellini chiariscono i punti della decisione, anche se la cosa ha già incontrato la furia del presidente De Luca. La reazione è stata smisurata e veemente come se qualcuno o qualcosa gli avesse sottratto il trono. Ad onor di cronaca riportiamo le dichiarazioni del governatore De Luca: “Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti. La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti“. Poi nel tardo pomeriggio l’Ufficio Stampa della Regione Campania ha emanato una nuova nota, nella quale si legge: “Terzo mandato: nelle prossime ore sarà pubblicata sul sito della Regione Campania la registrazione integrale del dibattimento di oggi alla Corte Costituzionale“. Dall’opposizione la nota del consigliere regionale della Lega Severino Nappi: “La Consulta mette la parola fine sull’ultimo tentativo disperato del re del proibito e del dispregio delle regole e della democrazia. Vergognoso l’atteggiamento di De Luca, che nel suo perfetto stile, ha attaccato la Corte che ha sancito l’incostituzionalità della legge campana sul terzo mandato. La Campania è finalmente libera da questo personaggio”. Così in una nota Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania“.
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