Il Pascale, primo e unico ospedale in Italia, raccoglie il grido del Papa: <Basta con gli omicidi e i soprusi! Ferire una donna è oltraggiare Dio> e con una mostra fotografica, che ritrae 25 professioniste del polo oncologico, dice oggi <No> alla violenza e più in generale alla disparità di genere
Dal primo gennaio ad oggi sono 19 le donne uccise in ambito familiare/affettivo; di queste 9 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Il dato è del Ministero dell’Interno e suona freddo. Non dice la parola femminicidi, ma di questo si tratta, delle donne uccise da partner o ex o all’interno delle famiglie. Questo dato non è cambiato negli anni: quasi una donna uccisa ogni quattro giorni. Almeno 100 ogni anno in Italia perdono così la vita lasciando figli, fratelli, sorelle, madri e padri. Nel 2023 le donne uccise sono state 120, in 64 casi, più della metà, l’assassino era il marito, il fidanzato, il compagno o l’ex.
Un’emergenza sociale dinanzi alla quale, come ha più volte gridato papa Francesco, non possiamo più stare a guardare. Tutti siamo chiamati a fare qualcosa. L’Istituto dei tumori di Napoli, primo e unico Ente in Italia, ha deciso così di raccogliere il grido del Papa: <Basta con la violenza, ferire una donna è oltraggiare Dio che da una donna ha preso l’umanità> e con una mostra fotografica dice oggi <NO> alla violenza e più in generale alla disparità di genere.
Cosa c’entra un Istituto votato alla ricerca e alla cura dei tumori con la violenza sulle donne? C’entra come Istituzione che, oggi più che mai, sente il dovere di fare qualcosa, di non rimanere più alla finestra, di invitare le donne, tutte le donne, a denunciare abusi e prepotenze. La mostra è una sequenza di 18 fotografie scattate, a titolo gratuito, da Giorgio Cappiello, fotografo professionista e paziente dell’Irccs, le modelle, le 25 modelle, in rappresentanza di tutto l’Istituto (sia donne che uomini), sono quattro oncologhe, due biologhe, due dermatologhe, una chirurga, un’anestesista, due radiologhe, due psicologhe, una nutrizionista, una dietista, sei amministrative, tre infermiere. Il messaggio arriva attraverso foto che ritraggono le donne con occhi chiusi o bendati e bocche tappate, facce rivolte verso il muro, volti piegati a terra, come spesso accade nelle case in cui si consumano abusi e omicidi, ma anche foto di attualità come la donna fotografata mentre rappresenta con le due mani il simbolo dell’Sos o dei mazzi di chiavi che <devono fare rumore>, la foto della donna che oscura con il suo corpo i fatti di cronaca nera che arrivano quotidianamente attraverso la televisione. E poi una foto che mostra un gruppo di donne sorridenti, donne che ce l’hanno fatta, o quella di una donna con il mappamondo in mano, come conquista di libertà. C’è anche una foto tagliata a metà, la metà che divide le donne che si ribellano da quelle che sono oppresse ed è su di loro che bisogna intervenire.
Le location in cui sono state scattate le fotografie sono il terzo piano e le salette operatorie dismesse del presidio ospedaliero dell’Ascalesi, da più di tre anni polo ambulatoriale del Pascale. Una location che nasce nel cuore più antico della città di Napoli, Forcella. A truccare e pettinare le modelle-operatrici sanitarie il gruppo di parrucchieri del Team Nouvelle Idee Napoli che hanno voluto partecipare gratuitamente all’iniziativa.
L’iniziativa, promossa dal Servizio di Psicologia Oncologica del Pascale, non è nuova nel campo della parità di genere. Da anni l’Istituto dei tumori di Napoli è impegnato con il Cug, il Comitato Unico di Garanzia, che opera per assicurare, nell’ambito di lavoro, parità e pari opportunità di genere, e garantisce l’assenza di qualunque forma di violenza morale o psicologica e di discriminazione. Il Cug collabora attivamente con un altro gruppo di lavoro per la parità di genere (GEP), che attraverso una serie di azioni promuove lo sviluppo di una cultura rispettosa delle differenze volta a eliminare pregiudizi tra uomini e donne. La mostra sarà itinerante in qualsiasi Istituzione, Ente o associazione d’Italia che voglia presentarla nelle loro sedi. Una volta che la mostra rientrerà al Pascale verrà affissa al secondo piano del presidio ospedaliero dell’Ascalesi.