Pochi giorni fa il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, sono tornati a Caivano. Non è stata una passerella, sono giunti lì per la posa della prima pietra di una struttura sportiva polifunzionale dal costo complessivo di circa tre milioni, che sorgerà nell’area di via Sant’Arcangelo. Sarà una passerella, se all’avvio ufficiale dei lavori non seguiranno i fatti, e lo si vedrà di qui a pochi mesi, visto che l’impianto dovrebbe completarsi entro sei mesi. Parliamo di un campo di calcio in erba sintetica, di una pista d’atletica, di campi da tennis, più un centro operativo per la Protezione civile. Ma, se conforta la notizia di una nuova iniziativa per la rinascita della cittadina, l’elemento più sorprendente emerso nel corso della cerimonia di Caivano consiste in una dichiarazione di Andrea Abodi. Ha parlato di un modello virtuoso che si rinnova, basato sul fatto che passa poco tempo perché quello che si dice venga concretizzato, ricordando “il centro sportivo che inaugureremo entro la fine di maggio”. Si riferisce al centro Delphinia, un impianto sportivo abbandonato esteso su un’area di circa 50 mila metri quadrati, che pochi mesi fa il Governo con lo stesso Abodi si era impegnato a riqualificare e a restituire al territorio. In particolare, a riqualificare palestra, piscina, campo polivalente e campo di calcio a cinque. Aggiungendo uno skatepark, un’area fitness outdoor, due campi da tennis, tre campi da padel, un campo di bocce, una pista d’atletica con pedana per il salto in lungo e salto con l’asta e una parete per l’arrampicata sportiva. L’intervento, si è detto nello scorso autunno, si sarebbe dovuto completare entro maggio 2024. Ed entro maggio, secondo il Ministro, ci sarà l’inaugurazione. La vera svolta, rispetto a un passato neppure troppo lontano fatto di ripetuti tagli di nastro per l’avvio delle stesse opere e di ritardi spesso sfociati in altrettante incompiute, sta in questa trasformazione dei tempi di intervento di istituzioni e amministrazioni pubbliche. Attendiamo, come San Tommaso, che il centro venga aperto e reso fruibile per i giovani di Caivano, prima di dare un giudizio definitivo sull’operato dell’Esecutivo. Se il ‘miracolo’ si verificherà, sarà il caso davvero di prendere atto di un nuovo modello, che tutti coloro che auspicano la risoluzione di problemi sociali e la rigenerazione di aree degradate faranno bene a emulare.