I giornali che ne parlano sono pochi, e per lo più in Campania. Il sistema mediatico non si interessa al Sud, neppure quando la fonte è l’Ufficio parlamentare di bilancio. Ebbene, questo organismo, sulla base di un’attenta rilevazione, ha detto pari pari che, nella ripartizione dei fondi sanitari, la Campania avrebbe diritto a 475 milioni in più, la Lombardia a 403 milioni in meno.
Per stabilire come suddividere questi fondi, infatti, bisognerebbe considerare tre criteri: età della popolazione, mortalità precoce e deprivazione sociale (termine elegante per riferirsi a condizioni di povertà). Fino al 2022, guarda caso, l’unico criterio utilizzato è stato quello che favoriva il ricco Nord, dove la popolazione ha un’età media più elevata. Per costringere lo Stato a rivedere questa iniquità, è stato necessario un ricorso al Tar. Ma il risultato, in termini di recupero, si è limitato a poco meno di 84 milioni. Il modesto incremento per la Campania è stato computato in maniera singolare, appurata dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Ai criteri della mortalità precoce e della povertà è stato assegnato soltanto l’1,5% delle risorse totali, ben 120 miliardi. Il criterio dell’età continua a contare per il 98,5%. Basterebbe che gli altri due criteri contassero per il 10% e la Campania si troverebbe con un gruzzoletto ben maggiore in più, ha documentato l’Ufficio Parlamentare di Bilancio. Ma, a quanto pare, resta solo la soddisfazione di avere chiarito che la regione è discriminata. E, per ora, è già molto ricevere 84 milioni in più. Tanto, politici e giornali guardano dall’altra parte!