In Italia, più che in altri Paesi, legiferare è necessario ma non sufficiente. Mi riferisco alle leggi vere e proprie, che hanno magari un’aura di nobiltà, ma che, per essere attuate, abbisognano di un atto complementare, assolutamente da non trascurare: il decreto attuativo.
Ebbene, per far funzionare le leggi varate dal Governo Meloni servono, al momento, la bellezza di 316 decreti attuativi. Se, poi, andiamo indietro nel tempo, e verifichiamo i provvedimenti di supporto indispensabili per rendere operative le leggi dei governi precedenti, il numero sale a 500.
Il Governo specifica che “il 94,5% delle risorse finanziarie per il 2022 e il 2023” è “riferibile a norme autoapplicative, mentre solo il 5,5% è riconducibile a norme che rimandano alla successiva adozione di decreti attuativi”. Resta il fatto che sono ben 5,3 i miliardi di euro bloccati in attesa della decretazione attuativa e la cifra sale a 14,6 miliardi, se si aggiungono le risorse previste dai finanziamenti pluriennali fino al 2026.
Purtroppo, anche su questa tematica, il Sud fa la parte della cenerentola. Tra i soldi immobilizzati in attesa di un decreto attuativo, c’è il miliardo e 800 milioni previsto per il credito d’imposta che dovrebbe favorire chi investe nella Zes unica.