Alla fine, il Governo ha dimostrato buonsenso. Appena prima di Natale il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha firmato un Dpcm nel quale si proroga di due mesi la gestione degli otto commissariati Zes istituiti nel Sud. La Zes unica meridionale partirà, sì, ufficialmente a gennaio, ma nel frattempo le strutture preposte all’amministrazione delle singole Zes già esistenti continueranno a essere operative per “consentire la definizione da parte dei Commissari straordinari dei procedimenti in corso e che si trovano in una fase istruttoria molto avanzata, nonché garantire un ordinato e graduale passaggio di consegne tra i predetti Commissari straordinari e la struttura di missione Zes”. 

Limitando lo sguardo alla sola Campania, significa che si potrà completare l’istruttoria di nuove richieste per un valore di circa 500 milioni di investimenti, altrimenti a rischio di restare in sospeso, in attesa che entrasse in funzione la nuova macchina organizzativa monitorata a livello centrale.

Non c’è stato dunque il paventato smantellamento delle 8 Zes, subito con l’inizio dell’anno. E, poiché non sono noti i dipendenti della struttura centrale che governerà lo strumento agevolativo nell’intero territorio meridionale, né è stato ufficializzato il piano strategico della nuova Zes, niente vieta di escludere che la proroga di due mesi possa allungarsi, magari fino a tutto aprile. Non sarebbe affatto uno smacco per l’Esecutivo, se ciò servisse ad attrezzare sia in termini di pianificazione che esecutivi uno strumento capace di garantire condizioni di convenienza per nuovi investimenti produttivi in tutte le aree del Mezzogiorno disponibili per questo tipo di iniziative.

Le perplessità sulla Zes unica riguardavano per lo più il rischio di una prolungata paralisi, rispetto a uno strumento che, nella sola Campania, ha già attivato 2 miliardi di investimenti per circa ottomila posti di lavoro. Non solo. Secondo un recente studio Ambrosetti, considerando il valore aggiunto diretto, indiretto e indotto, la regione ha avuto un ritorno di 23 miliardi, mentre l’occupazione complessiva supera le 22 mila unità. 

Il superamento del modello articolato delle singole Zes nasce da un disegno di coordinamento di programmi e risorse, diretto a massimizzare l’efficacia delle politiche industriali per il Mezzogiorno.

Potrebbe essere un’idea vincente, perfino una svolta storica per il Sud. Ma a condizione che si assicurino professionalità adeguate e si definiscano procedure al tempo stesso selettive e celeri, nel quadro della strategia elaborata dal Piano Zes.